«Il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, a seguito degli ultimi avvenimenti che stanno alimentando le speranze per la riammissione del Cosenza calcio in serie B (la richiesta è stata già formalizzata dalla società) è intervenuto sulla situazione complessiva ed ha espresso in una dichiarazione il suo punto di vista». Lo riferisce un comunicato dell'ufficio stampa del Comune.

«Le motivazioni pubblicate dal Consiglio Federale e che vedono, al momento, escluso il Chievo Verona dalla possibilità di disputare il prossimo campionato di Serie B - afferma Occhiuto - riferiscono di alcune irregolarità, di carattere fiscale, che rendono questa decisione sì appellabile, ma fondata sul mancato rispetto di quelle regole che stanno a base dei regolamenti federali, in particolare, secondo quanto riferito dalla Covisoc, dei criteri legali ed economico-finanziari dai quali non si può prescindere per ottenere l'ammissione al campionato. Questa inottemperanza della società del Chievo rappresenta un notevole vulnus sulla sua prossima partecipazione al campionato cadetto e la circostanza, da un punto di vista sportivo, non può che dispiacerci, attesi, tra l'altro, i buoni rapporti che legano Cosenza e Chievo, anche in ragione della militanza nella squadra scaligera dell'ex calciatore del Cosenza e cosentino doc Luca Garritano, che due stagioni fa, grazie ad una sua rete provvidenziale, segnata negli ultimi istanti della partita che il Chievo disputò con il Pescara, consentì la permanenza in serie B del Cosenza, in uno di quegli strani scherzi del destino che rendono il gioco del calcio sempre imprevedibile ed affascinante».

«Allo stesso modo - prosegue il sindaco Occhiuto - comprendiamo l'iniziativa del collega sindaco di Verona, Federico Sboarina, che ha preso pubblicamente posizione al fianco del Chievo auspicando un ribaltamento, in sede di collegio di garanzia, del verdetto federale. Sento, però, di dover esprimere più di una perplessità sull'eventualità di una decisione che possa rovesciare quanto è stato già espresso. E lo dico unicamente perché ritengo che se esistono delle regole precise e chiare e se è giusto pretenderne il rispetto, non si può né ignorarle, né modificarle in corso d'opera. Attendiamo speranzosi le decisioni degli organi competenti nei confronti dei quali nutriamo il massimo della fiducia".ll'autorità giudiziaria