L'olimpionico di Tokyo è solo quinto in 9"85 in una gara dai grandi valori cronometrici. Splendido secondo posto per gli azzurri in pedana ed ennesimo alloro olimpico (quinto) per il campione italiano
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Usain Bolt rimane nell'Olimpo, Marcell Jacobs è solo quinto ma con onore nella sua seconda finale dei Giochi, questa volta in uno stadio stracolmo, ribollente di passione ed entusiasmo. Correre veloce come mai aveva fatto quest'anno, in 9"85, non basta all'italiano per salire sul podio dei 100, tantomeno per fare come 'Il Lampo' ovvero confermarsi campione olimpico. Così, dopo aver abdicato, lascia mestamente la pista dello Stade de France toccandosi più volte dietro la coscia sinistra.
A vincere è stato il suo rivale più accreditato, in quanto campione mondiale in carica, quel Noah Lyles istrione nato che mentre saltella per la pazza gioia viene applaudito dall'attrice Sharon Stone che in tribuna si alza in piedi per lui. Lyles, in 9"79, ha vinto al fotofinish su quello che finora a Parigi aveva corso meglio, ovvero il giamaicano Kishane Thompson allenato da Stephen Francis che rese grande Asafa Powell e ora guida questo altro campione che fa i 100 in meno di 42 passi e sul lanciato è davvero bello da vedere. Peccato per lui che il divo Lyles lo abbia battuto di un soffio.
Argento per il fioretto maschile, battuto in finale dal Giappone
Un argento con qualche rimpianto, ma certo non da buttare. Il secondo posto degli azzurri del fioretto, battuti nettamente dal Giappone dopo una finale che aveva regalato sprazzi di speranza iniziale, chiude la missione della scherma a Parigi 2024. La crisi di settore della disciplina che rappresenta il forziere dello sport azzurro, proclamata a Tokyo forse non si può dire chiusa del tutto, ma il punto più basso pare lontano. Tre anni fa in Giappone la casella dell'oro era rimasta inaspettatamente vuota, e poi c'erano stati tre argenti e due bronzi: nella Ville Lumiere, in uno degli impianti più belli di queste Olimpiadi, il sontuoso Grand Palais, il titolo olimpico lo hanno conquistato le ragazze della spada, l'argento delle due squadre di fioretto, quello individuale di Filippo Macchi e nella sciabola il bronzo di Samele.
Favoloso Paltrinieri, secondo nei 1500 metri
Gregorio Paltrinieri, nella storia del nuoto, ci è già entrato da tempo, ma a vederlo a Parigi, l'idea che possa abdicare sembra lontana. Forse in vasca, chissà, ma ci penserà solo al termine dei Giochi. Intanto si gode lo splendido argento nei 1500 stile libero che regala all'azzurro la seconda medaglia di questa Olimpiade, dopo il bronzo negli 800, ma soprattutto la quinta olimpica della sua carriera, rendendolo il nuotatore azzurro più medagliato della storia della manifestazione a cinque cerchi.
La gara più lunga in vasca il campione emiliano la chiude in 14:34.55, dietro solo all'americano Bobby Finke, che ha chiuso le 30 vasche con il record del mondo: 14.30:67 che cancella il 14:31.02 stabilito dal cinese Sun Yang alle Olimpiadi di Londra 2012. Ma per Paltrinieri, il più anziano della spedizione - 30 anni a settembre e l'unico in vasca a prendere due medaglie - non finisce qui perché a Greg resta ancora la 10km nelle acque libere nella Senna per scrivere un'altra pagina memorabile e provare a prendersi un 'triplete' che adesso non è più solamente un sogno. «Sono contentissimo di essere di nuovo sul podio, è stupendo. L'argento ottenuto con lo stesso tempo con cui avevo vinto a Rio è incredibile - le prime parole di Paltrinieri - È la mia quinta medaglia olimpica, non ci avrei mai scommesso, anche perché avevo pensato che sarebbe stata l'ultima a Rio e a anche a Tokyo, sono senza parole».