Figlia di un emigrato, trascorre le sue estati a Lauropoli, quartiere di Cassano allo Ionio. I primi approcci con il pallone in un campetto vicino alla sua casa nella cittadina tedesca di Waiblingen, dove viene notata dal tecnico della squadra locale
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Maria Dora, gemella di Clara Concetta, nasce nel 2011 in Germania da papà Eugenio trasferitosi in terra tedesca quando ancora non aveva 10 anni insieme ai genitori, emigranti come tanti altri italiani per questioni di lavoro, e da mamma Judith formando, così, una famigliola che vive nella cittadina tedesca Waiblingen, una città di 56.081 abitanti del Baden-Württemberg.
E dire che il calcio non rientrava nelle ambizioni di Maria Dora, le sorelle accumunate dalla passione per la pratica sportiva, iniziano a 6 anni a divertirsi con la pallamano, disciplina diversa dove al posto dei piedi si usano le mani ma lo strumento, di dimensione diametralmente opposte, è comunque una palla.
Purtroppo, il coronavirus invade il territorio teutonico, la pandemia, così come tristemente risaputo, condiziona anche lo sport, inizialmente tutte le discipline per poi limitare soprattutto tutti quelli che vengono praticati al chiuso. E la pallavolo è uno di queste, palazzetti chiusi e stop ai campionati. Maria Dora, ragazzina tenace, non demorde, d’altronde lo sport per lei è vita, a differenza dei coetanei preferisce il reale rispetto al virtuale.
Nelle immediate vicinanze di casa, c’è un piccolo campetto di calcio, luogo di ritrovo per i ragazzi del quartiere. Primi approcci alla palla con i piedi, ore e ore a stare da sola, l’unica compagnia erano quel pallone e il rimbombo dei rimbalzi, dei palleggi, dei tiri verso una porta spesso senza portiere. Inizia a farsi conoscere anche dai ragazzi, inizialmente diffidenti per le capacità che la ragazzina mostrava, ma pian piano l’avevano inserita in pianta stabile nelle proprie squadrette. Maria Dora si piazza in attacco, al centro, e segna sempre, una mitragliatrice che determinava già l’esito della partitella. Con lei in squadra, il risultato non era neanche in discussione.
Come nelle migliori fiabe, sperando che possa essere questa una di quelle, un giorno, per caso, un tecnico de SV Hegnach 1947, la squadra della città, passando dal campetto, nota Maria Dora. L’osserva più volte, con discrezione, torna sul posto spesso fino a quando, convinto e intravvedendo in lei doti non comuni, ne parla con i genitori e procede con il primo tesseramento. Modi diversi di giocare ora per Maria Dora, con una tattica dedicata e non da “cavallo pazzo, con un mister che indica schemi e modi di proporsi.
Per la piccola Maria Dora non cambia nulla, similarmente alla proprietà algebrica commutativa che stabilisce, nel primo caso, che cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia, anche con divisa della squadra, continua a segnare e a vincere tanto che i tecnici la impiegano anche in gare maschili e di categoria superiore. Un’età difficile quella di Maria Dora che a fatica accetta la sconfitta, spesso in netto contrasto con la decisione che tutti devono giocare, bravi e meno bravi, senza dare importanza al risultato.
Alla fine dell’ultima stagione, il papà Eugenio decide che forse è il momento di guardare più il là, magari a una squadra professionista di levatura. Per un provino di Maria Dora, stabilisce un contatto con lo Stoccarda che disputa la Fußball-Bundesliga, la prima divisione del campionato tedesco di calcio che ha vinto cinque campionati tedeschi, tre Coppe di Germania, una Supercoppa di Germania e due Coppe Intertoto. Società di spessore, dunque, che opera le proprie selezioni nel mese di giugno e decide sugli esiti solo dopo 3 o 4 sedute tecniche. Per Maria Dora ne sono bastate due, la conferma del tesseramento nella sezione femminile di categoria le arriva il 17 giugno 2024, giorno del compleanno della mamma.
Sarà una vita di sacrifici quella che attende ora Maria Dora, il centro per gli allenamenti è a 57 km, l’andata in treno e il ritorno con il papà Eugenio che andrà a riprenderla. Ma sarà la vita che ha scelto, una vita che, chissà, la potrebbe portare anche a giocare in Italia da italiana grazie alla doppia nazionalità. Chissà. Di origini calabresi, Maria Dora in estate trascorre le vacanze a Lauropoli, ospite degli zii Angela ed Eugenio e con la compagnia di Giulia e del barboncino Giotto. Invertendo il tradizionale freddo atteggiamento della gente di Germania con quello più sociale e caloroso del popolo del sud Italia, Maria Dora si fa voler bene. Tante amiche, Francesca (con cui spesso dorme insieme), Vittoria, Matilde, ma anche tanti amici, Giuseppe, Salvatore. Sì, vero il mare ha il suo fascino, Maria Dora lo frequenta. Ma se la cercate, se volete sapere cosa preferisce, passate dalla piazzetta, la troverete con capelli maldestramente legati e con quel pallone conteso ai maschietti del quartiere che ora sanno che anche le ragazze sanno giocare a calcio.