Il calciatore Sudamericano in Calabria ha trovato anche l'amore per Martina. Ma non dimentica le sue origini e la sua famiglia. Quest'anno ha deciso di indossare la casacca numero 36, in onore del padre scomparso da poco
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Nel prossimo fine settimana avrà inizio il campionato di Promozione e, alla vigilia, il girone A si preannuncia interessante e molto competitivo. Molte delle squadre che sognano il salto di categoria si sono infatti parecchio rinforzate e dal mercato sono arrivati calciatori che solo lo scorso anno militavano tra la Serie D e l'Eccellenza. Tra le favorite ad occupare le prime posizioni c'è il Ve Rende del presidente Alessandro Reda.
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Della rosa dei biancorossi fa parte anche l'esterno brasiliano Martins Da Silva Raimundo Pedro, per tutti Pedrinho, classe 1995 che nella passata stagione ha indossato la casacca della Db Rossoblù Città di Luzzi. Tra le sue esperienze in Italia anche quelle di Acri, nella stagione 2019/2020 e Scalea.
Pedrinho, è nato a Fortuna, un piccolo comune del Maranhão, stato del nord-est del Brasile. La sua carriera nel mondo del calcio ebbe inizio all'età di 13 anni, e nel per Pedrinho l'approdo del calcio professionistico brasiliano. Nel Paese Sudamericano ha vestito le maglie del Marília esporte clube, Guarany de Sobral e Esporte clube verdes mare. Poi la sua partenza par l'Europa e l'arrivo in Croazia. Qui, nell'ultima parte della stagione 2018/2019 l'esperienza con la formazione del NK BSK Bijelo Brdo (seconda serie croata). La stagione successiva, appunto, arriva la firma con i rossoneri dell'Acri e il campionato di Promozione calabrese, interrotto dal Covid.
Da buon brasiliano è dotato di una buona tecnica, di propensione al sacrificio e di quella allegria tutta brasiliana nel "dare del tu" al pallone. Arrivando in Italia anche Pedrinho ha dovuto fare i conti con alcune differenze del calcio a queste latitudini, soprattutto dal punto di vista tattico: «In ogni Paese il calcio ha caratteristiche differenti - dice -. Qua in Italia è molto più tattico rispetto al Sudamerica, dove invece preferiamo di più la tecnica e la velocità. Per quello che mi riguarda però sto cercando di apprendere allenamento dopo allenamento e a fare in campo quello che mi chiede il mister». Ma non mancano certamente alcune similitudini tra il Brasile e la Calabria: «La gente brasiliana è allegra e disponibile ma anche qui in Calabria sono stato accolto bene sin dall'inizio - afferma -. Poi nel primo anno di Promozione abbiamo giocato spesso su campi in terra battuta, in Brasile, a Fortuna, ho iniziato proprio così».
Ma Pedrinho in Italia non ha trovato solo una nuova dimensione calcistica, ma anche l'amore. Quello per Martina. Un'altra parte del suo cuore è però sempre in Brasile, dove vive la sua famiglia. Un legame forte che in questa stagione lo ha spinto ad indossare la maglia con il numero 36 sulle spalle, l'anno di nascita (1936) del padre Raimundo venuto a mancare lo scorso anno. «La mia famiglia è sempre stata al mio fianco - dice -. Non mi hanno mai fatto mancare nulla e devo tanto a loro». Per quanto riguarda l'obiettivo stagionale il brasiliano ha le idee chiare: «Siamo una buona squadra - afferma -, un grande gruppo che può fare bene. Io voglio ripartire dai 12 gol segnati lo scorso anno. Spero di migliorare questi numeri con il Ve Rende durante il prossimo campionato».