Nella settimana in cui raffreddore ed influenza hanno messo ko milioni d’italiani. Anche il mondo del calcio ha sofferto dei classici malanni di stagione. In Calabria più che altrove.

 

Si chiama pareggite acuta, la malattia che ha colpito il Cosenza. Braglia e compagni non riescono proprio spezzare il digiuno da vittorie in Serie B. E quando il gusto dei tre punti sembra assicurato, grazie al vantaggio maturato nella prima parte di gara, ecco il gol degli avversari nella ripresa che rovina la festa e toglie punti salvezza in classifica. Almeno sei quelli persi tra primi e secondi tempi.

 

Soffre di squilibrite, invece, il Crotone. La squadra di Giovanni Stroppa galleggia a metà classifica. A tenere in gabbia gli squali la differenza reti. Tanti quelli segnati (9). Troppi quelli subiti (10). Poco equilibrio, appunto, che tiene lontano al momento i rossoblu dalle zone nobili della graduatoria.

 

È la schizofrenia applicata ai risultati, quella che guasta il sonno di Gaetano Auteri e Roberto Cevoli. Allenatori rispettivamente di Catanzaro e Reggina. Le loro squadre non hanno mezze misure. O vincono. O perdono. E’ successo sempre in quest’avvio di campionato. Sabato si ritroveranno l’una di fronte all’altra. L’incantesimo si spezzerà?

 

Deve spaccare in due il sortilegio che l’affligge la Vibonese. I rossoblu patiscono di una strana forma di sterilità sotto porta. I leoni di Orlandi creano parecchio ma di gol ne hanno segnati davvero pochi (2). Soli il Potenza ( e la Viterbese mai scena in campo) hanno fatto peggio.  

 

E poi c’è il Rende la squadra di Calabria che sta meglio alle nostre latitudini ma non immune agli acciacchi di stagione. O meglio, patologie da vetta della classifica. Quando il gruppo biancorosso si ritrova lassù, davanti a tutti, si fa soggiogare dalle vertigini, mancando così l’appuntamento con la conferma da primato. Era già successo lo scorso anno. Si è ripetuto adesso. Maledetti acciacchi autunnali.