Il 67enne Angelo Ricca, il calciatore più anziano d'Italia, ha ricevuto l'ennesimo riconoscimento alla carriera: una statuetta celebrativa che lo incorona leggenda del calcio calabrese. L'opera arriva direttamente da via San Gregorio Armeno, il cuore del centro storico di Napoli, turisticamente celebre per botteghe ed esposizione di presepi che, oltre alle tradizioni religiose, raccontano anche il Paese. «Vedere la mia immagine diventare un'opera d'arte - dice - è stata una sorpresa grandissima e una gioia immensa da parte mia e di tutta la mia famiglia».

Il pacco inaspettato

Ricca, che vive a Diamante ed è appena andato in pensione, racconta i momenti in cui ha ricevuto il pacco, direttamente a casa sua. «Era ora di pranzo e hanno suonato al citofono. Il corriere mi ha avvisato che c'era un pacco per me, ma io avevo ordinato nulla». Nemmeno sua moglie e per questo ha pensato ad uno scherzo di qualche amico burlone. «Ho detto: stavolta mi hanno fatto il pacco». Ma poi, per curiosità, ha continuato a scartare quello scatolone di grandi dimensioni, dal quale uscivano soltanto altre scatole più piccole e pezzi di plastica di imballaggio. «Fino a che, a un certo momento, ho sentito che in una di queste c'era qualcosa. Quando l'ho vista sono rimasto senza parole, non ci potevo credere». L'omaggio è stato realizzato dall'artista Rosario Signore, su commissione di alcuni amici del 67enne, che hanno voluto celebrare, una volta di più, la sua incedibile carriera.

La notorietà dopo un nostro servizio

Era inizio dicembre del 2019 e la stampa locale, parlando di sport, aveva riportato la notizia secondo cui Angelo Ricca era appena diventato il calciatore più anziano d'Italia. Nel giro di 24 ore, le nostre telecamere lo raggiunsero nei campi di calcio, precisamente in quello dello "Sporting Maierà", per raccontare non solo il record agonistico, ma soprattutto l'entusiasmo di un uomo, all'epoca di 63 anni, che vantava più gol di Cristiano Ronaldo e che di appendere le scarpette al chiodo non ne voleva proprio sapere. In quel momento, la sua popolarità esplose e per lui cominciò una serie di ospitate televisive, a cominciare da "Quelli che il calcio", e interviste sui più importanti quotidiani del Paese. Di conseguenza, nei mesi a seguire sono arrivati anche una valanga di premi e riconoscimenti, tra cui, appunto, la statuetta che ne riproduce le fattezze.

Una carriera lunga e brillante

«Finché le ginocchia reggono, io vado avanti, tanto i medici mi hanno detto che posso giocare». Scherza bomber Ricca, ma non troppo. Quando gli amici gli dicono che sarebbe ora di smettere, lui se la ride di gusto. «Per stare bene ho bisogno di stare in campo, di stare con i ragazzi, ho bisogno di vivere ancora lo spogliatoio. Poi magari ci sono partite in cui gioco di più, altre in cui gioco di meno, l'importante è che sia lì e che riviva la magia del calcio tutte le volte». Ora che è andato in pensione, dopo quarant'anni trascorsi a lavorare nelle scuole, Ricca avrà ancora più tempo da dedicare al rettangolo di gioco. E a settembre prossimo si tessererà per la cinquantacinquesima volta consecutiva alla Figc; la sua passione non si è affievolita nemmeno con l'arrivo della pandemia. Mentre il mondo andava a rotoli, lui continuava a correre e a segnare, noncurante di quello che accadeva intorno. «Non ci posso fare niente - dice - è più forte di me. Io devo stare in campo».