Dopo la sconfitta casalinga del Crotone contro il Vicenza, nella sala stampa dello Scida si è presentato anche il presidente Vrenna che ha esternato tutta la sua delusione per la prestazione della squadra pitagorica. «Stasera la squadra ha toccato il fondo - ha detto Vrennna - con un’involuzione in senso negativo rispetto alle partite col Frosinone e in casa col Monza, dove si era vista qualcosa di positivo».

«Io non mi vergogno ma dovrebbero vergognarsi i calciatori - ha tuonato il presidente degli squali - che hanno dato questa prestazione a dir poco indecorosa. Tranne qualcuno, oggi questa squadra ha mostrato problemi quasi come se la palla fosse una palla di fuoco». Sugli eventuali provvedimenti societari: «Io il provvedimento lo avevo fatto dopo Perugia, mandando la squadra in ritiro ma non ha sortito nessun effetto, avremo una partita già lunedì, i calciatori avranno solo il tempo di andare a casa per prendere i bagagli e ripartire». 

Vrenna conferma Marino

Vrenna non mette in discussione Pasquale Marino: «Ho appena finito di parlare con mister Marino perchè anche lui non riesce a spiegarsi perchè in allenamento viene seguito alla lettera e poi scendono in campo e fanno l’esatto contrario. Abbiamo avuto un lungo colloquio ma qui non si tratta di Marino perchè giudicare Marino non mi sembra il caso».  Ed ancora: «I calciatori devono mettersi in testa che sono in una società importante, hanno contratti importanti e pertanto o si calano nella parte e capiscono che questo è un patrimonio della città o mettono in difficoltà la città».

Il presidente degli squali ha parlato anche del Vicenza: «Una squadra venuta qui con uno spirito combattivo. Lottavano e gridavano, a differenza nostra». In conclusione è tornato nuovamente a parlare della sua squadra e di eventuali partenze a gennaio: «Ho parlato anche con qualche procuratore, adesso i giocatori devono farci uscire da questa situazione il prima possibile, poi a gennaio chi non vuole sposare più il progetto Crotone alzerà la mano, ma fino ad allora dovranno dare il massimo»