Con lui alla guida la società rossoblù conquistò una doppia promozione , adesso parla a cuore aperto fra passato e presente: «I tifosi meritano delle risposte precise»
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Ha contribuito a creare un ciclo vincente alla guida del Cosenza. Ha contribuito a mettere ordine e competenza all’interno del club. Ha contribuito a riaccendere entusiasmo e calore nei confronti dei colori rossoblù. A Damiano Paletta e a quella dirigenza della quale ne ha fatto parte sono legati alcuni dei momenti più entusiasmanti del club, con vittorie e promozioni, sorrisi e tante emozioni. Una parentesi, quella all’interno del Cosenza, ricca di soddisfazioni: da San Lucido, dove vive, ha mostrato affetto, presenza e consistenza verso la squadra del capoluogo cosentino in stagioni di grandi vittorie. Si è esaurita la partecipazione attiva, ma rimane quella emotiva ed è da ex dirigente, ma soprattutto da tifoso, che Damiano Paletta parla a cuore aperto di questo Cosenza che nell’ultimo periodo ha regalato solo tante delusioni.
Il legame con i colori rossoblù
«Il Cosenza ha rappresentato una parte importante della mia storia da tifoso e da dirigente. Non si vive di soli ricordi, questo è chiaro, però mi fa piacere essere apprezzato dai tifosi, che ancora oggi spesso mi invitano a ritornare. Ma ogni cosa ha il suo tempo. Adesso sono un semplice sostenitore. Seguo, mi entusiasmo ad ogni vittoria e ci sto male quando si perde. Sto ancora peggio quando vedo che le cose non vanno nella maniera giusta e, se richiesto, do anche qualche consiglio e qualche suggerimento. Sono amico di Lucio Presta e quanto da lui detto in una recente intervista corrisponde al vero. Sapevo di quell’incontro con il presidente Guarascio e con Gerolin. D’altronde ho mantenuto tanti rapporti nell’ambito calcistico e non solo».
Le persone giuste al posto giusto
Se ci si tuffa nel passato e in quell’esperienza vissuta con Paletta in dirigenza, allora non se ne esce più. Però viene spontaneo notare come «in quell’avventura fui spinto ad entrare nel club da Massimo Mirabelli, che poi è diventato direttore generale del Milan. Al suo fianco è cresciuto Giuseppe Mangiarano, adesso nella Reggina. Allenatore e vice erano Mimmo Toscano e Michele Napoli, che praticamente considero come due miei figliocci. Con la Reggina è andata male ma questo fa parte del calcio. Il loro valore è fuori discussione. Troveranno modo e tempo per tornare a dimostrare quanto valgono». Insomma: al servizio del Cosenza c’era gente di peso, esperienza e competenza «e comunque eravamo un gruppo compatto, unito, dove ci si confrontava su ogni cosa, tutti assieme, nel rispetto dei ruoli, ovviamente».
Il peso della serie B
Ed eccoci alla gestione Guarascio ed a ciò che è accaduto «dopo quell’inattesa promozione nella serie cadetta. La B, però, è una categoria che pesa «ed io l’ho detto subito a Guarascio che sarebbe stato tutto diverso. Ci si doveva presentare con ben altro spirito e con una adeguata programmazione. Invece si è sempre partiti con il piede sbagliato, a cominciare da quello 0-3 a tavolino per l’impraticabilità del terreno di gioco». Anche la salvezza dell’anno scorso «per quanto bella ed entusiasmante, avrebbe dovuto suonare come un campanello d’allarme e invece niente. Una salvezza ottenuta con elementi del calibro di Asencio e Riviere, Baez e Casasola, non dimentichiamolo».
Tutto su Occhiuzzi
A Damiano Paletta dispiace che «praticamente quasi tutto il peso della retrocessione sia stato fatto ricadere su Roberto Occhiuzzi, fino allo scorso anno descritto, invece, come il salvatore della patria. Il tecnico avrà sicuramente le sue responsabilità, fermo restando che ha pagato per il troppo amore verso questi colori, ma non è il solo colpevole. Anzi, la responsabilità principale è di chi non ha adeguatamente programmato la Serie B, facendo ogni anno lo stesso errore».
Il solito sbaglio
Per l’ex presidente del Cosenza «Guarascio continua a fare il solito errore. Che senso ha, anche adesso, parlare di nuovo allenatore o del nuovo direttore sportivo se prima non si elabora un programma dettagliato? Ed ancora: per quale motivo si continua di fatto a fare una guerra contro un’intera tifoseria e una provincia? Di base c’è questo suo non amore verso il Cosenza, che non può gestire come se fosse la sua azienda». Quindi aggiunge: «Sergio Crocco qualche giorno fa ricordava quella famosa intervista di Stefano Fiore nella quale si evidenziavano le mancate competenze e conoscenze del presidente. Da allora non è cambiato nulla».
Approssimazione e fantasia
La delusione è tanta per chi quei colori li porta nel cuore e allora «è bene dire le cose come stanno, senza illudere, senza giocare con la fantasia. Sento parlare di ripescaggio. Ma ci si dimentica che il Cosenza dovrà rimborsare ogni società di Serie B di 47mila euro, per via di un traguardo che non è stato raggiunto con palese colpa da parte di chi avrebbe dovuto vigilare su certe cose. Una piazza importante qual è quella di Cosenza non può registrare tale approssimazione».
Viene da chiedersi, allora, se una delle colpe di Guarascio sia stata quella di circondarsi di persone poco competenti, però Damiano Paletta spezza una lancia a favore del direttore sportivo Trinchera «che non conosco, ma che credo abbia fatto un buon lavoro» e del team manager Kevin Marulla «che si è sacrificato tanto per la causa». E quindi il problema è altrove: «Non si può gestire il Cosenza facendo il padre-padrone. Ribadisco: il Cosenza non può guidarlo come se fosse una delle sue aziende».
L’affetto dei tifosi
«Io credo che i sostenitori del Cosenza abbiano sempre apprezzato la nostra chiarezza, la nostra apertura, la nostra programmazione, al di là dei risultati raggiunti. Con Chianello, dopo aver presentato la fideiussione, ci siamo messi a disposizione di coloro che avessero la forza e la voglia di entrare in società o di rilevare il club. Abbiamo ceduto la società perché ci siamo resi conto che più si cresceva e più aumentavano gli impegni. E credo che la gente ci abbia apprezzato anche per questo. I tifosi hanno apprezzato la nostra trasparenza e il nostro amore per i colori rossoblù».
Non si deve chiedere nulla per il Cosenza
Siamo arrivati alla fine. Ed è opportuno provare a individuare una soluzione per uscire da una situazione veramente negativa e che sembra senza via di uscita. Damiano Paletta lo dice apertamente: «Guarascio deve passare la mano. E non deve chiedere nulla per il Cosenza. Sento i soliti opinionisti che parlano di cifre. Ma davvero si pensa che il Cosenza, oggi, questo Cosenza, squadra di Lega Pro, abbia un costo? Cosa può valere una società che non ha un centro sportivo, non ha uno stadio di proprietà (e il sindaco ha già fatto sapere che aumenterà il fitto dello stadio), non ha giocatori di proprietà, non ha un Settore giovanile sviluppato in maniera adeguata».
E quindi: «I tifosi meritano rispetto. Dove porta questa situazione? All’ennesima protesta contro il padrone del Cosenza, come quella di stasera. Una situazione, questa, che non è bella per nessuno».