A Locri finisce l’era Cozza e la squadra è affidata momentaneamente a Gigi Caridi. Intanto il segnale tuona chiaro dalle onde sonore della conferenza stampa di martedì: a Locri, come nella Roma, non si bada a quanti allenatori si succedano sulla panchina perché l’esigenza è trovare quello che faccia al caso del gruppo. Chi sarà incaricato non è dato ancora saperlo, sembra solo che dopo Renato Mancini nessuno riesca a comprendere al meglio questa dimensione così semplice ma allo stesso tempo laboriosa. Sì, perché il Locri lavora, come squadra, si applica come società e cresce come tifoseria, volendo tornare agli antichi splendori.

«E così dovrà essere - intima Polifroni - per poter mantenere una squadra ad alti livelli». Questo è un altro capitolo, uno dei tanti aperti dal presidente nella conferenza stampa di martedì. Illuminante la sua incursione mentre l’allenamento si svolgeva a porte chiuse, sotto la guida di Gigi Caridi e con la dirigenza impegnata a trovare una soluzione con l’allenatore Ciccio Cozza.

La via di mezzo è arrivata pochi minuti fa ricorrendo ad una risoluzione consensuale del contratto dello stesso tecnico. Cozza non si è difeso dalle accuse di Polifroni, fatte di incapacità di gestire le proprie emozioni e di inadeguatezza tattica davanti alla reazione della Reggina.

Probabilmente in conferenza stampa non le conosceva ancora. La sua linea, nel post gara, ha ricalcato i punti tattici relativamente all’abbassamento della difesa, fino a prendere gol, e alla difficoltà di avvicendamenti mirati per mancate caratteristiche degli atleti a disposizione, parlando di una Reggina che ci ha creduto sino alla fine. Il Locri, nella figura dei dirigenti con potere esecutivo, non è apparso molto disponibile a rivedere le posizioni, forse perché reduce da altre delusioni in ordine ai risultati.