VIDEO | Alla guida del sodalizio rossoblù il presidente Guarascio ha vinto due volte al Ceravolo, nel 2014 e nel 2016. Domenica i suoi lupi proveranno a regalargli il tris
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Un presidente che, come forse nessuno, ha resistito a quasi 10 anni di contestazione ed è rimasto al suo posto: al timone del Cosenza Calcio. Eugenio Guarascio, col tempo, ha iniziato a cullare un sogno: quello di essere il primo a portare la città e la squadra rossoblù in Serie A. Impresa difficilissima, tanto che in 110 anni di storia nessuno è riuscito a tagliare l’agognato traguardo.
Dalla Serie B, come la fenice, è risorto tre volte. La prima quando il campo sancì la retrocessione, ma i tribunali mostrarono il semaforo rosso al Chievo riammettendo proprio il Cosenza. La seconda nello spareggio con il Vicenza vinto ribaltando il ko dell’andata. La terza l’anno scorso trionfando ancora nei playout, stavolta col Brescia, quando nel corso del campionato tutto sembrava perso.
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In estate ha deciso di alzare l’asticella, ma soprattutto il budget messo a disposizione del direttore sportivo Roberto Gemmi. Sempre risicato e motivo di frizione con i passati direttori sportivi, il monte ingaggi del torneo in corso è più in linea con quello delle altre compagini del rango dei rossoblù. La classifica sorride al Cosenza, della contestazione non c’è traccia e persino i più scettici sperano che il vento sia cambiato e che Guarascio abbia deciso finalmente di seguire il sentiero a lungo indicato dalla tifoseria.
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Sotto la presidenza Guarascio, circoscrivendo il campo al derby, il Cosenza ha già vinto due volte a Catanzaro. La prima con Cappelacci in panchina nel 2014. Era un match di Coppa Italia e i Lupi si imposero 3-1 innescando l’esonero di Checco Moriero che avvenne a distanza di qualche settimana. La seconda il 28 agosto del 2016, in occasione dello 0-3 che sfatò un tabù lungo 66 anni. Le reti di Caccetta (doppietta) e di Gambino resero quel caldo pomeriggio di agosto incandescente. Domenica, al Ceravolo, il Cosenza di mister Caserta proverà a regalare la terza gioia a un Guarascio finora "diverso".