Lesione subtotale del tendine di achille. Una mazzata. Una stagione che finisce in anticipo. Necessario l’intervento chirurgico. Previsto un lungo stop. Non un momento felice per Giovanni Giuffrida, centrocampista catanese classe 1985, attuale capitano del Messina Fc, ma volto noto del calcio calabrese. Tre le stagioni disputate con la Vigor Lamezia in Seconda divisione (96 presenze e 1 rete), voluto da Massimo Costantino, dopo aver giocato, e vinto, a Rossano in Eccellenza e anche in Serie D (35 gare e 1 gol). Per lui anche un’avventura con la maglia della Vibonese, dove ha sempre tenuto unito il gruppo, trasmettendo una carica enorme in ogni situazione. E poi un’esperienza con la Reggina, sempre nei professionisti.

Uno come Giuffrida vorresti averlo sempre con te. In campo, in panchina, in tribuna. Fa poca differenza. Perché Giovanni è sempre e comunque un trascinatore, una bandiera, un uomo spogliatoio, un leader. Uno che non tradisce, uno che avendo speso la sua vita a fare il mediano, sa bene cosa siano il sacrificio, il sudore, il coraggio e lo spirito di appartenenza. Sa quando strapparti un sorriso e magari anche quando è il caso di alzare la voce. Uno fidato, insomma. Ma anche un “sette polmoni”, un allenatore in campo, uno che “rompe” di continuo sul rettangolo di gioco, dove martella ogni avversario. Un incubo, insomma!

Dalla scorsa stagione ha sposato la causa del Messina Fc e ovviamente gli è bastato poco per farsi apprezzare come calciatore e come uomo. L’esperto centrocampista siciliano ha però subito, come si diceva, un grave infortunio durante un allenamento. Stagione finita in anticipo e intervento chirurgico. Ma qui arriva la nobile decisione del club messinese, che gli ha rinnovato il contratto fino al termine della stagione 2022. Il Messina Fc ha ripagato il suo capitano con un gesto particolare e significativo, mentre i compagni di squadra hanno pensato a lui nell’ultima gara disputata: dopo aver segnato al Roccella, Francesco Lodi ha mostrato la maglia numero 4, quella del capitano, con tutti i compagni raccolti in un abbraccio e in un applauso. Perché Giovanni Giuffrida è uno di quelli che ti entrano subito nel cuore. E allora bisogna solo aspettare. Guarire per bene e tornare in campo. La fascia al braccio. Sempre lì nel mezzo. A recuperar palloni.