VIDEO | Il numero uno dei direttori di gara ha inteso rivolgere un plauso alla classe arbitrale, invitando tutte le componenti a una maggiore collaborazione e condivisione
Tutti gli articoli di Sport
Ha lasciato il proprio messaggio ai giovani arbitri vibonesi e a tutti gli associati che hanno presenziato all’inaugurazione della nuova sede provinciale dell’Aia. Fra gli ospiti c’era anche Carlo Pacifici, presidente nazionale dell’Associazione Italiana Arbitri, il quale ha inteso rimarcare il ruolo del direttore di gara, ribadendo che la trasparenza, l’impegno, il rispetto delle regole sono fra i principi cardine che ispirano la classe arbitrale e il compito dell’Associazione da lui presieduta. Davanti ai giovani direttori di gara vibonesi e agli associati presenti in gran numero, con il presidente provinciale Nazzareno Manco a fare gli onori di casa, il numero uno dell’Aia ha voluto rivolgere un plauso collettivo. «Sono molto contento di essere qui – ha esordito Carlo Pacifici – per inaugurare la nuova sede della sezione di Vibo. È un momento significativo che rappresenta anche una ripartenza per la comunità vibonese. Ai nostri ragazzi mando un grande abbraccio per aver fatto una scelta di vita molto importante e non solo dal punto di vista sportivo. In campo si va in 23 e il calcio è bello perché ci sono le regole. Ai giovani dico grazie, perché scendere in campo oggi è difficile ma loro lo fanno con passione e orgoglio».
Carlo Pacifici ha sottolineato l’importanza di saper convivere con l’errore, perché nessuno è infallibile. «Le partite sono fate da uomini – ha aggiunto – e mi piacerebbe moltissimo che tutti riuscissero a metabolizzare l’errore. A sbagliare sono gli arbitri, ma anche i tecnici e i calciatori. Se vogliamo, il calcio è bello anche perché c’è l’errore. E quindi vorrei che, nel momento in cui si sbaglia, l’errore fosse messo sullo stesso livello per ogni partecipante alla gara. A coloro che vanno alle partite, dico di apprezzare il ruolo dell’arbitro, che ci dà comunque la possibilità di vivere l’evento sportivo».
Quella dell’Aia è una grande famiglia e il presidente nazionale rivendica con orgoglio il lavoro svolto ogni anno, all’insegna della trasparenza e del rispetto delle regole. «La nostra è una grande famiglia formata da 33mila arbitri. A questo dobbiamo aggiungere che in ogni stagione sportiva dirigiamo 550mila gare e questo significa che siamo presenti su tutti i campi di ogni provincia d’Italia. Quindi il messaggio che l’Associazione Italiana Arbitri manda a tutto il movimento sportivo è un messaggio di assoluta puntualità, trasparenza, impegno e passione in tutto quello che facciamo». Ed infine: «Il fatto di vedere un arbitro che scende in campo, significa che c’è una partita di calcio che si gioca nel rispetto delle regole».