Teatro all'Unical, grande attesa per “L’onore perduto di Katharina Blum”

Sul palcoscenico il giallo del gigante della letteratura europea Heinrich Böll, in scena il prossimo 19 e 20 novembre, interpretato da Elena Radonicich e Peppino Mazzotta

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di Redazione
13 novembre 2019
18:11

Si alza il sipario sulla nuova stagione del Teatro Auditorium Unical, che il prossimo 19 e 20 novembre riaccenderà le luci del suo palcoscenico con una anteprima di stagione di assoluto pregio artistico: “L’onore perduto di Katharina Blum”. Un giallo, un lungo flashback che ha il sapore di una inchiesta feroce e scorretta. Un clima da “sbatti il mostro in prima pagina” e infine una vendetta consumata con lucida determinazione. Con L’onore perduto di Katharina Blum, la penna affilata di Heinrich Böll, un gigante della letteratura europea – basti ricordare il suo Opinioni di un clown – fa i conti con il perbenismo borghese, con la pruderie e il provincialismo tedesco, e con il linguaggio spesso crudele della stampa.

 


"L’onore perduto di Katharina Blum"

La storia, scritta nel 1974 e diventata film l’anno successivo grazie a Margarethe von Trotta e Volker Schlöndorff, racconta della giovane, bella e irreprensibile segretaria Katharina Blum che, durante una festa, incontra un piccolo delinquente, ma sospetto terrorista e, dopo una notte d’amore, l’aiuta a fuggire. Potrebbe essere un fatto di poco conto, ma sono gli anni della lotta armata, e il gesto di Katharina non sarà privo di conseguenze. Anzi. La stampa spregiudicata, incarnata dal cinico giornalista Tötges, si impossesserà della vicenda e attiva quella che oggi si chiama, brutalmente, “macchina del fango”. Katharina è sconvolta. Rimane isolata. E alla fine decide di farsi giustizia da sola.

 

Sembra cronaca di oggi, questo racconto: forse nulla è cambiato dopo quaranta anni, se non in peggio. Eppure, nello stile di Böll, il tema drammatico si muta anche in un lieve, ironico, empatico apologo, dove non mancano parodie al qualunquismo di certo giornalismo, né precise condanne alla moralità spiccia, alle mode e alla superficialità del tempo. Interpretato da due magistrali attori come Elena Radonicich e Peppino Mazzotta, nella regia di Franco Però, il testo di Böll si avvale dell’adattamento di Letizia Russo, tra le migliori drammaturghe italiane.

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