Neorealista, vincitore del Premio Campiello del 1977, autodidatta, attento osservatore di un mondo contadino legato a tradizioni ancestrali, scrittore dalla prosa intensa e concreta. Calabrese, soprattutto. Scrittore calabrese ancora poco conosciuto, nonostante le sue numerose opere e la sua storia personale fatta di origini umili e tanta determinazione, quella che lo portò, dopo l’interruzione degli studi a soli 11 anni, e dopo una vita da muratore già tracciata dal padre, a fare “tutto da solo” pur di conseguire la licenza liceale e la laurea, dopo una breve parentesi alla facoltà di Medicina di Messina, in Lettere.

Nato a Sant’Agata del Bianco nel 1924, Saverio Strati resta un autore da rileggere e da capire, ed è per questo che la casa editrice Rubettino riproporre tutta l’opera omnia, ad iniziare da quello che è forse il più noto dei suoi romanzi “Tibi e Tascia”, con la prefazione di Goffredo Fofi.

Le ripubblicazioni partiranno da dicembre ed avranno cadenza semestrale, secono il piano editoriale messo a punto a seguito della firma del contratto tra la casa editrice di Soveria Mannelli ed il figlio dello scrittore, Giampaolo, per l'acquisizione dei diritti di tutti i testi, editi ed inediti.


    «È necessario – ha spiegato Florindo Rubbettino nell’annunciare l’iniziativa - che la cultura italiana riscopra veramente Saverio Strati, al di là dei proclami e della retorica, e lo si può fare in un unico modo: leggendo le sue opere. Per questa ragione abbiamo deciso di ripubblicare i suoi libri in maniera non convenzionale, con una grafica vivace e affidando i testi introduttivi a intellettuali, giornalisti e scrittori contemporanei».