«Nonostante le ansie, le tensioni, le paure, il festival inizia quasi a mancarmi, provo una sensazione di vuoto cosmico: Sanremo è magico». Virginia Raffaele si prepara alla serata finale con la consapevolezza di aver «sperimentato più cose, toccato più generi, la lirica, la voce interrotta, lo slapstick, la mimica. Ho cercato di mettermi al servizio del festival nel ruolo di conduttrice personalizzandolo, punteggiandolo a mio gusto pur rispettando il concorso, la gara, il ritmo della serata».


L’imitatrice ha spiegato che «non c'erano i tempi tecnici per proporre le mie maschere: sono stata chiamata per la conduzione, mi sono divertita, ho giocato, spero di aver portato a termine il mio compito».


Già tempo di bilanci, quindi? No, «quelli li faccio alla fine - spiega in conferenza stampa -, perché sono scaramantica», da buona meridionale. Anzi, calabrese. Il padre di Virginia, infatti, è originario di Soriano, nel Vibonese, e più di una volta la nota conduttrice è tornata a visitare i vicoli del centro serrese.


La fine del Festival sarà anche l’occasione per tornare nella terra paterna, come auspicato qualche settimana fa dal sindaco Francesco Bartone, pronto a omaggiarla con «un mostacciolo sorianese a forma di cuore».