VIDEO | L'ex cantante dei Litfiba ha presentato sul palco il suo nuovo album: grande rock ma anche spunti di riflessione e condivisione come quello sulla mega opera
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Dalla violenza contro le donne alla guerra. Dall’immigrazione alla povertà. Piero Pelù ha non solo portato sul palco il grande rock ma al Roccella summer Festival ha regalato un momento di condivisione e riflessione. E lui che la Calabria la ama e l’ha scelta, come testimonia la sua dimora di Badolato, non ha fatto mancare l’occasione per ribadire la sua contrarietà al Ponte sullo Stretto. «Quest’opera è irrealizzabile, una stronzata». Non è l'unica stilettata riservata alla mega opera: nel mirino del rocker, che ha usato parole durissime, finiscono anche i tecnici che firmeranno il progetto.
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Come sempre scatenato e senza peli sulla lingua. Pelù ha fatto inginocchiare tutti i fan prima di esplodere con il Diablo. Fresco dell’uscita del nuovo album, “Deserti”, non ha fatto mancare un ritorno alle origini del rock ‘n’ roll. Ad accompagnare il rocker fiorentino sul palco, sia per l’estate che per la leg invernale, i super musicisti del calibro di Amudi Safa alla chitarra, Luca Martelli “Mitraglia” alla batteria e Max Gelsi “Sigel” al basso.
Roccella ha ballato e cantato a squarciagola Toro Loco ma anche i nuovi brani “Porte”, “Picasso”, “Tutto e subito”, “Elefante”, “Canto”, “Baraonde”. Pezzi che l’artista ha annunciato lasciando emergere temi che «affrontano il tema della difficoltà di comunicazione tra persone, nei rapporti amorosi ma in modo ancora più ampio nei rapporti umani in generale, è un viaggio tra le dune dei deserti alla ricerca degli altri di cui abbiamo bisogno per aiutarci a capire noi stessi e il caos dentro e fuori di noi».