VIDEO | Tre giornate con un ricco programma sulla nuova dimensione dell’abitare alla luce del rapporto tra individuo, genius loci e trasformazione tecnologica
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Tre intense giornate a Nicotera per il Festival dell'ospitalità. Nel fine settimana un ricco programma ha animato il comune vibonese seguendo il file rouge dell'abitare connessi. Si tratta del più grande evento del Mezzogiorno dedicato al settore dell’Ospitalità e del turismo, autofinanziato, nato in Calabria nel 2015 come risposta ragionata ad un’esigenza maturata negli anni: creare un momento di incontro in cui discutere e riflettere su un settore in rapida evoluzione. Tra laboratori, confronti e tavole rotonde, in questa settima edizione ci si è concentrati sulla nuova dimensione dell’abitare alla luce del rapporto tra individuo, genius loci e trasformazione tecnologica.
Un nuovo cambiamento
Un nuovo cambiamento, questa volta meno evidente e caotico, si sta facendo strada e mostra tutta la sua importanza nel rimettere in discussione i significati stessi di accoglienza, viaggio e territorio. Si devono iniziare a considerare insieme, come elementi imprescindibili, l’acquisizione di competenze e la ricerca della vocazione. “Iniziamo noi e inizia il viaggiatore, a non chiedersi più solamente dove, quando e come, ma inizia e iniziamo a cercare i perché” spiegano gli organizzatori. Perchè scegliere di visitare un determinato territorio? Perchè un viaggiatore dovrebbe scegliere la mia struttura anzichè un’altra? Cosa do’ in più, in termini umani e di esperienza al viaggiatore rispetto agli altri? Sono le domande che hanno offerto lo spunto per la kermesse.
La ricerca del viaggio
Dietro l’avanguardia del viaggiatore digitale, si profila l’uomo alla ricerca del viaggio, dell’esperienza, della scoperte e della verità. E se si profila un nuovo viaggiatore, si deve immaginare un nuovo modo di fare ospitalità, di guardare al territorio, alle opportunità che propone e strutturarsi per una promozione diversa ed efficace. Strutturarsi, appunto. E studiare, formarsi, analizzare i cambiamenti, conoscere realtà virtuose e ascoltare esperti del settore che hanno fatto dell’ospitalità un mestiere di vita. Perché il rischio è sempre quello di scambiare l’autenticità e l’essenzialità delle cose per semplicità e credere che chiunque possa allora improvvisarsi operatore nel turismo. Per questo il Festival vuole dare un messaggio chiaro: di ospitalità si può vivere, il territorio può dare delle grandi opportunità lavorative, ma per farlo c’è bisogno di unire passione e competenze, creatività e formazione, autenticità e strategia.