Manca poco al debutto domani sera dello spettacolo "Àntica, la Corona della Consapevolezza" nei ruderi dell’Abbazia Benedettina di Lamezia Terme. Un vero e proprio viaggio nel Medioevo, con scherma storica artistica, danza del ventre, musica storica medioevale dal vivo eseguita con strumenti storici dell’epoca, cantanti professionisti, giochi del tempo e altro ancora. Si tratta di un’opera curata dall’associazione Lux Glaudio e ispirata ai libri di "Àntica", scritti da Agostino Massimo Mano.

 


«Lo scopo del regista e dell’associazione è quello di ridare alla fantasia del pubblico antiche sensazioni dimenticate - spiega una nota - Un’era in cui risuona ancora forte la eco nell’intimo dell’uomo moderno: il Medioevo. Un’epoca dalla quale oggi possiamo prendere spunto, soprattutto nel periodo che stiamo attraversando fatto da contagi e malattie, pestilenze e “lebbrosari”. Ove anche lo straniero (l’emigrante) è visto il più delle volte come un invasore barbarico da combattere e scacciare dalla propria terra, per poter vivere un giorno in pace. Le Crociate in Terra Santa e le Jihad sono veramente terminate? I media ci dimostrano il contrario».

 


«L’uomo medioevale vive ancora in noi, ciò che dobbiamo imparare a conoscere è la sua ignoranza verso l’altro, visto spesso come “nemico e usurpatore”. Eppure – si legge ancora- abbiamo anche dentro di noi la semplicità dell’uomo medioevale, una semplicità del vivere il qui e ora nel quotidiano, il misticismo e la spiritualità». «Lo spettacolo  - spiegano gli organizzatori - è ambientato nella mistica atmosfera medioevale dell’Abbazia, intorno all’anno mille, periodo del Guiscardo a cui lo spettacolo è ispirato. Le scene ripropongono una rievocazione storica intrecciata alla fantasia (fantasy) per grandi e piccoli. Infatti, lo spettacolo è adatto ad ogni genere di età».

«I costumi sono filologici, realizzate da sarte esperte in storia del costume, rappresentando al meglio il periodo storico di riferimento. Dame, cavalieri, Re, Regina e nobili alla corte del Re. Lo spettacolo si ispira in particolare all’incoronazione del Guiscardo (rivisitata in chiave pedagogica - educativa). Quest’ultima  - chiude la nota - vuole mirare a mettere in luce: le debolezze e la fragilità dell’uomo sotto la corona, e l’abitudine umana di fuggire dalle proprie responsabilità, rimandando la propria maturità interiore».