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Si è tentato fino all’ultimo di mantenere gli animi calmi, di usare toni conciliatori, di evitare che l’esasperazione covata da settimane trovasse una valvola di sfogo, ma alla fine così non è stato e l’incontro tra il prefetto Alecci che presiede la terna commissariale del Comune di Lamezia, i rappresentanti della consulta della associazioni lametine e alcuni esponenti politici in merito alla chiusura del Teatro Grandinetti è finito con l’annuncio di un esposto alla Procura.
Ad arrivare a via Perugini anche decine di insegnanti, genitori, bambini. Da quando lo storico luogo lametino non viene più dato in concessione sono da considerarsi saltati tutti i saggi di fine anno. Il teatro, ha spiegato Alecci, non è agibile e dopo qualche insistenza il prefetto ha anche spiegato perché.
I lavori che hanno portato alla creazione di nuovi camerini avrebbero determinato una variazione di accatastamento per i quali sono necessari ora i relativi adempimenti. Roba da poco, da nulla, ma che inficerebbe l’agibilità. Sui tempi per risolvere la cosa Alecci non si è espresso. La cosa spetta agli uffici.
Rimasto inevaso uno dei nodi centrali dell’incontro, una domanda posta da più parti a Sua Eccellenza: perché se, come sottolineato anche dal commissario, il problema sussiste da anni, è stato consentita fino ad ora la messa in scena di ben due stagioni teatrali, decidendo di applicare la legge alla lettera solo ora che a dovere usufruire del teatro sono scuole e bambini?
Un incontro difficile quello avvenuto oggi. Iniziato da una parte con il presidente della consulta che lamentava che per potere essere ricevuto dalla triade fosse necessario organizzare sempre sit in, dall’altra con la tagliente risposta di Alecci secondo il quale «la dialettica non è il tratto costitutivo della gestione di un ente commissariato», seguito da un «non sono tenuto a fare sapere le cose, ci sono gli atti che parlano».
Inutili i tentativi di portare “qualcosa a casa”. Da un lato Mimmo Gianturco, esponente di Fratelli D’Italia, chiedeva un cambiamento di approccio «per evitare di chiudere tutta la città, magari per un semplice documento scaduto».
La Tigi, società che fino ad ora ha gestito i servizi tecnici, si è proposta di dare un sostegno anche a titolo gratuito. Ma non sono arrivate certezze o risposte a tutte le domande. Fino allo scontro finale arrivato quando i manifestanti si sono fatti sentire, lamentando di aspettare da ore e con i bimbi l’esito della riunione.
Alecci ha rinfacciato alla consulta di avere determinato loro quella situazione organizzando la protesta, i toni si sono alzati, fino all’arrivo dell’annuncio delle associazioni di un esposto alla Procura.