Non accenna a placarsi la polemica sul Jova Beach Party: dopo aver dato degli «econazisti» agli ambientalisti che criticano la sua scelta di suonare davanti a migliaia di persone sulle spiagge, Lorenzo Cherubini - che ha “lucchettato” il suo profilo twitter - risponde al geologo Mario Tozzi, che ieri su La Stampa, in una lettera aperta al cantante, ha spiegato che «concerti con 50mila persone non sono sostenibili da alcun sistema naturale».

«L'altro giorno - scrive su Facebook Jovanotti, rispondendo al divulgatore scientifico e invitandolo a una data del suo Jova beach party - ho chiamato econazisti quei mitomani pericolosi che polarizzano violentemente la grande questione dell'ecologia dentro a piccoli brand personali non accreditati se non da loro stessi e dai like rimediati a vanvera. Li ho chiamati econazisti perché essi lo sono».

Sono 20mila le firme sotto la petizione, su change.org, per dire “No ai grandi eventi su spiagge e siti naturali”, lanciata da associazioni ambientaliste e animaliste come Enpa, Lav, Marevivo Onlus e Sea Shepherd Italia.

La replica di Jovanotti, però, è diretta al professor Tozzi: «Seguo il tuo lavoro di scienziato e di divulgatore da tanto tempo e mi ricordo quando nel 2019 hai difeso le nostre feste in spiaggia, non capisco quindi cosa sia cambiato nel frattempo. Tutto è stato fatto bene in collaborazione con Wwf (io non ho competenze specifiche, loro ne hanno), anzi ancora meglio. Abbiamo tutti i permessi delle autorità competenti, locali, regionali e nazionali». In particolare, «le spiagge dove suoniamo sono luoghi popolari sempre pieni di gente», dove «le ruspe ci passano quasi tutte le mattine da maggio a ottobre anche senza JovaBeach».

Anzi, «la spiaggia di Lido di Fermo non è più naturale di Hyde park o del prato di San Siro». Per quanto riguarda le polemiche animaliste, «non andiamo mai, nemmeno una volta, - scrive Jova, che farà tappa con il suo show il 12 e 13 agosto a Roccella Jonica - in luoghi dove c'è la possibilità di nidificazione del fratino o presenza di caretta caretta o altre specie animali o vegetali protette».

«Io davvero, per quello che ho potuto verificare e fidandomi di gente esperta che ci affianca in questa avventura, non ho niente di cui pentirmi» sottolinea ancora l'artista, per il quale «fare di Jbp un bersaglio ecologista è semplicemente assurdo, perché la verità è proprio che noi siamo la più grande iniziativa che parla di ambiente mai fatta in Italia. Questa cupezza da “santa inquisizione” che qualcuno vuole infondere al tema ambientale usando Jbp è controproducente - le sue conclusioni - soprattutto per l'ambiente».

Da parte loro, le associazioni ambientaliste ricordano che per gli show di Roccella Jonica i permessi ci sono, tutto è legale e regolare, ma «movimentare migliaia di metri cubi di sabbia per rendere fruibile la spiaggia a migliaia di persone, oltre a distruggere dune, piante pioniere ed ecosistemi diversi, è pericoloso per la stabilità dell'arenile».

E su twitter molti abbinano la scelta di chiudere il profilo alle polemiche sul Jova beach Party: «Sei Jovanotti e invece di proteggere le spiagge proteggi i tuoi tweet», l'accusa al cantante, 3,7 milioni di follower.