È pronto a conquistare il palco dell’Ariston, dove «umilmente» cercherà «di portare un pezzettino di Calabria» e tutto il campionario di emozioni che la sua musica riesce a suscitare. Dario Brunori arriva a Sanremo con le armi che lo hanno fatto apprezzare a un pubblico sempre più nutrito, rendendolo personaggio noto e amato ben al di fuori dei confini regionali: ironia, autenticità ma soprattutto talento e sensibilità che, mescolati nelle sue canzoni, riescono a parlare al cuore di molti.

Una carriera in ascesa quella del cantautore cosentino che però non ama prendersi troppo sul serio. Al pubblico calabrese lancia un messaggio che affida a LaC, che sta seguendo passo passo la sua avventura al Festival, con lo stile scanzonato che lo contraddistingue, invitando a televotarlo anche con «telefonini multischede» o facendo ricorso alle ormai introvabili cabine telefoniche: «Cerchiamo di portare avanti questa faccenda non per bieco campanilismo ma per quel sano spirito di appartenenza che ogni tanto ci vuole».

Un sano spirito di appartenenza che da stasera vedrà la Calabria, c’è da scommetterci, impegnata in un tifo senza esclusione di colpi, fisicamente sparsa qua e là sui divani di casa, ma idealmente unita e abbracciata sotto “L’albero delle noci”.