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Questa volta è ufficiale, saranno avviate gli scavi nel territorio cosentino alla ricerca degli ori dell’imperatore dei Goti. Dall’Italia e dall’estero, sulla città bruzia si accenderanno riflettori internazionali: l’intuizione del sindaco Mario Occhiuto che aveva proposto l’ampio progetto di rilancio per la città partendo proprio dalla discussa e mitica figura di Alarico prende finalmente forma.
Mercoledì 21 ottobre alle 11,30, infatti, tali lavori verranno presentati alla stampa a Roma presso la sala Aldo Moro della Camera dei Deputati, dallo stesso sindaco e presidente della Provincia di Cosenza Mario Occhiuto.
Sta per partire dunque la ricerca del tesoro del primo sacco dell’antica Roma imperiale, seppellito secondo fonti storiche nel territorio cittadino. Si tratterebbe di una decina di carri colmi di ori e argenti e forse anche del candelabro sacro della religione ebraica, la Menorah. Il saccheggio di Roma da parte di Alarico segna la fine dell’Impero romano di Occidente e l’ inizio dell’Altomedioevo in Europa. Fu per la gente del tempo la fine del mondo, l’apocalisse, che vedeva una nave in fuga colma di refurtiva. Ma il saccheggio fu anche l’inizio del lento processo di assimilazione nella cultura romana di popoli del Nord considerati barbari oltre che l’inizio della cristianità, con in seguito il ruolo incisivo del Papato.
Le fonti storiche e tutta una serie di indizi confermerebbero che il tesoro di Alarico sia stato sepolto nel territorio di Cosenza.
L’amministrazione comunale stima che per queste prime attività di ricerca serviranno circa 7 o 8 mila euro, cifra che il comune confida di recuperare la cifra anche con il supporto dei privati e della Fondazione Carical..
Alla luce dei fatti e dei trascorsi, che il tesoro esista o meno potrebbe essere quasi irrilevante, è probabile che il tesoro stia nella ricerca stessa, per la curiosità che attirerà su Cosenza. Ma anche questa è solo un’ipotesi.