Una serata culturale ricca di emozioni è andata in scena ieri dalle ore 18 presso il Teatro “N. A. Manfroce” di Palmi. In occasione dell’undicesima edizione del Festival Nazionale di Diritto e Letteratura “Città di Palmi”, la stella della musica italiana, Claudio Baglioni, ha dialogato sul palco insieme al suo amico poeta e scrittore Michele Caccamo e all’ideatore del festival il magistrato Antonio Salvati. Si è approfondito il tema della fragilità e dell’ingiustizia sociale viste attraverso le canzoni del celebre cantautore. Il titolo scelto per la conferenza ha preso spunto, infatti, da uno dei brani del cantautore romano: “Uomini persi. Note sparse su fragilità e giustizia sociale nelle canzoni di Claudio Baglioni”.

Teatro gremito in ogni ordine di posti

La sala era gremita in ogni ordine di posto per  l’appuntamento tanto atteso per la città di Palmi e la Calabria intera. Il pubblico e gli ospiti sono stati accolti da una delle organizzatrici l'avvocato Domenica Sprizzi. «È un grande privilegio ospitare Baglioni – ha dichiarato il sindaco della città Giuseppe Ranuccio -. La kermesse ha raggiunto livelli straordinari, è unica nel suo genere. Ci consente di far circolare il nome della città di Palmi. Siamo contenti di essere co-organizzatori di questo festival che riesce ogni anno a migliorarsi». In tal senso hanno fatto eco le parole del sindaco della città metropolitana (che ha patrocinato l’evento) Giuseppe Falcomatà, il quale ha rimarcato che «Palmi ha recuperato la sua identità, punto di riferimento culturale per il territorio, e per questo va dato atto all’amministrazione Ranuccio».

La poetica di Baglioni

Tra musica e diritto, fragilità umana, messaggi sociali conditi da attimi di sano umorismo, la platea ha goduto di momenti formativi di assoluto spessore. Con sensibilità, si sono scandagliati i significati più profondi dei testi dell’artista reduce dai successi del tour “ATuttoCuore”. Si sono cercate le correlazioni e le differenze tra il mondo della Legge e della Musica, interrogandosi su argomenti come dignità, fragilità e altri contenuti profondi. «Le parole sono una scienza esatta, la musica invece è emozioni, inesatte, ma che arrivano dritte al cuore – ha affermato Claudio Baglioni -. Mi fa piacere che si parli dei miei testi, anche di quelli meno sentimentali e più impegnativi, ma credo di aver scritto le parole migliori nelle canzoni d’amore. La dignità è eroismo quotidiano, sequenza di pensieri e comportamenti armonici. Oggi sembra non sia più di moda, poiché non porta guadagno, ma l'ho vissuta quando ero ragazzino e vista in alcune persone che mi hanno affascinato». Baglioni ha dichiarato anche di essere molto contento di essere ospite del festival a Palmi e di aver avuto le prime piacevoli sensazioni già venendo in treno e osservando il mare scorrere a lato dei finestrini. Michele Caccamo, in perfetta sintonia con l’amico Baglioni, ha deliziato la platea con pensieri di alto spessore, facendolo in un modo naturale e diretto che ha catturato l’attenzione dei presenti.

«Siamo tutti fragili, perché la società, che abbiamo creato e dato ai nostri figli, ci fa paura – ha spiegato il poeta -. Ci chiudiamo in noi stessi per protezione, cercando qualcosa di risolutivo come la parola. Scrivere dei propri turbamenti è importante per tirarli fuori, altrimenti restano dentro e fanno male. Per uscire dal vicolo cieco, c’è un solo modo dettato da Gesù Cristo: amatevi l'un l'altro». Baglioni, d' accordo, ha aggiunto che: «l'amore per il prossimo è anche speranza per il futuro». L’ideatore della kermesse Antonio Salvati ha moderato l’incontro ponendo domande e proponendo spunti di riflessione. «L’idea è cercare di dimostrare come il Diritto non appartenga solo a chi frequenta le aule di tribunale, bensì soddisfi un interesse umano – ha affermato Salvati -. Le canzoni di Baglioni rappresentano un viatico per capire cosa c’è dietro le norme giuridiche, le finalità, le persone con le proprie fragilità».

Il magistrato, citando la compresenza degli opposti, ha anche evidenziato come in Calabria è vero che c’è del male, ma è altrettanto vero che il bene va di pari passo. Questa affermazione è stata particolarmente gradita dal pubblico che ha tributato scroscianti applausi. Infine, è intervenunto Riccardo Giacoia, Capo redattore Tgr Rai Calabria, il quale ha sottolineato che nonostante i mali del territorio «la cosa che sta succedendo oggi è una cosa pazzesca. In una terra così, organizzare un festival sulla letteratura e il Diritto, è un fatto straordinario da tenersi stretto. È un cambio di passo». 

Il programma

L’evento eccezionale in questione anticipava la sessione inaugurale di questa mattina e concludeva gli appuntamenti di “Aspettando il Festival” dei giorni 17 e 18, cominciati con la sezione On the Road, destinata agli studenti delle scuole superiori non solo dell’area metropolitana di Reggio Calabria ma dell’intero territorio nazionale; e gli approfondimenti dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, dove alcuni docenti universitari hanno nel corso di un’apposita call for papers nazionale, indetta dall’ateneo reggino, articolate su tre linee tematiche: musica e parole del diritto; detenzione, musica e diritto; interpretazione, musica e diritto.

La vera e propria sessione inaugurale del Festival, il cui tema annuale è “Ma che musica è il diritto? Creazione e interpretazione tra norme e spartiti”, questa mattina dalle ore 9, al teatro Manfroce, dove si è continuato a discutere di regole, musica e letteratura con Sabino Cassese, già giudice della Corte Costituzionale, accompagnato dall’esecuzione di estratti dalle Variazioni Goldberg di I.S. Bach, eseguite dal maestro Daniele Ciullo. Sono seguite le relazioni dei magistrati Gaspare Spedale e Claudio Paris, che si sono occupati rispettivamente del tema della giustizia dei deboli in Fabrizio De André e – prendendo come spunto la canzone di Lucio Dalla, “L’amore in gabbia” – del diritto all’affettività delle persone detenute in carcere. All'iniziativa hanno partecipato le delegazioni degli istituti scolastici coinvolti nei micro-seminari che hanno preceduto la manifestazione.

Nel pomeriggio, dalle 15.30, sarà il turno dell’ormai tradizionale processo simulato, all’interno dell’aula “Antonino Scopelliti” del Tribunale penale di Palmi. A salire sul banco degli imputati sarà “Bocca di rosa”, l’indomito personaggio della canzone di Fabrizio De André. A fronte dell’accusa sostenuta da Antonio Salvati, magistrato ideatore del Festival, e in attesa della sentenza del giudice Marco Puglia – già ospite del Festival e magistrato di sorveglianza del Tribunale di Napoli – ci sarà una doppia sorpresa: la prima costituita dalla presenza – per la prima volta nella storia dei processi simulati del Festival – della stessa imputata, impersonata dall’attrice teatrale Lalla Esposito e la seconda, la partecipazione straordinaria, in qualità di avvocato difensore, dell’attore teatrale Peppe Barra. In serata, in occasione della Notte nazionale del Liceo Classico, il Festival verrà ospitato all’interno del Liceo “N. Pizi”, portando una lectio magistralis sul ruolo dello sguardo nel diritto e nella musica, tra Italo Calvino e Tommy, la rock opera degli Who. Sabato 20 aprile, alle 9.30, all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, si terrà la consueta sessione accademica dedicata all’avvocatura, in collaborazione con il Consiglio nazionale forense – partner scientifico dell’intera manifestazione – e moderata dal docente Daniele Cananzi, direttore del Digies (Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane) dell’ateneo reggino.