Passano da 25 a 22 gli uffici che Poste chiuderà nei prossimi mesi in Calabria,  mentre quelli che verranno ‘razionalizzati’, ovvero vedranno una riduzione del monte ore, passeranno da 35 a 41. Una leggera sterzata quella messa in atto dall’azienda italiana, ma che potrebbe forse dare respiro a tanti piccoli centri calabresi. In particolare, ad essere più penalizzata sarà la provincia di Reggio, dove calerà la saracinesca per 15 uffici, tre a Cosenza e a Vibo, uno a Catanzaro. Le razionalizzazioni, invece, dovrebbero essere equamente distribuite in tutte le province.

A preoccupare la Cgil non è l’eventuale perdita di posti di lavoro che sarebbe esclusa tramite, invece, il trasferimento di sede dei dipendenti, ma le conseguenze sull’utenza. Un’utenza fatta per lo più da anziani che potrebbero, verosimilmente, avere disagi dal doversi spostare in altri comuni per ricevere la pensioni o per pagare le bollette.

Dai sindacati emerge poi la constatazione che Poste ha agito in maniera diretta, senza consultare prima le organizzazioni che ora temono che quella messa in atto dall’azienda sia solo la prima tornata di un più grande disegno di ridimensionamento.

Ecco perché con l’appoggio di Ace, Upi e Uncem, oltre che di parlamentari e consiglieri regionali, è iniziato un percorso di ricerca di dialogo e risposte da parte di Poste Italiane.

 

di Tiziana Bagnato