Il consigliere regionale pentastellato nella sua interrogazione al governatore: «È necessario dare risposte celeri ai bisogni sanitari dei pazienti oncologici dotando i centri di adeguate strumentazioni di diagnosi e cura»
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«È necessario dare risposte celeri ai bisogni sanitari dei pazienti oncologici della provincia di Cosenza, dotando i centri oncologici di adeguate strumentazioni di diagnosi e cura, ad iniziare da una Pet nel territorio della Sibaritide, per consentire ai pazienti di affrontare la malattia senza dover più sopportare viaggi fuori regione, che rappresentano un costo per le famiglie e i servizi sanitari regionali». Questa la constatazione alla base dell'interrogazione inoltrata dal consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle, Davide Tavernise al presidente della Giunta regionale.
Ospedali in affanno | Cosenza, una sola Pet per la diagnosi precoce dei tumori per tutta la provincia: l’allarme dalla Sibaritide
«Com'è tristemente noto - spiega Tavernise - negli ultimi anni l’incidenza delle malattie oncologiche è aumentata notevolmente sul territorio calabrese e, in particolar modo, nella provincia di Cosenza. Nel corso del 2021 il numero di morti di tumori in Calabria è stato pari a 1.648 persone, di cui 885 nella sola provincia di Cosenza. Contestualmente è aumentata la preoccupazione sul fronte delle patologie neoplastiche nella Sibaritide. I tumori hanno avuto un incremento del 30%. Il dato non tiene conto delle neoplasie del sangue come le leucemie, i mielomi e i linfomi in quanto la divisione di oncologia del presidio ospedaliero spoke di Corigliano Rossano è sprovvista di un ematologo».
«La situazione in merito agli esami diagnostici nella provincia di Cosenza è allarmante - continua il consigliere regionale -. C’è una sola Pet per la diagnosi precoce dei tumori situata nel capoluogo bruzio che deve rispondere ai flussi che provengono da ben quattro centri oncologici presenti in tutta la provincia e ciò determina un allungamento dei tempi circa i risultati. Molti pazienti sono così destinati ad andare fuori regione».
«Un allarme, questo, - sottolinea Tavernise - lanciato già nel novembre dello scorso anno dal referente della rete oncologica del dipartimento alla Sanità della Regione Calabria nonché dei responsabili dei Registri tumori delle cinque province calabresi, auditi in Terza Commissione Sanità, che hanno evidenziato come le strutture e le attività previste dalle vigenti leggi regionali sulla cura e prevenzione dei tumori non hanno avuto piena applicazione o sono rimaste del tutto inevase, perdurante la situazione di carenza di personale, mezzi e strumentazioni». «Per tutto ciò e per alleviare i disagi di pazienti che vivono già precarie condizioni di salute - chiosa il consigliere - si rende stringente l'applicazione delle norme inevase garantendo quel diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione».