L’Entrata a regime del decreto n.70 del 2 aprile 2015 del ministero della Salute sui nuovi standard dell’assistenza ospedaliera che per la Calabria significherà sostanzialmente un aumento di 90 posti letto per acuti, non può essere utilizzato per nascondere le gravi inadempienze che mettono a repentaglio la salute dei cittadini.


Il Dca n. 9 del 2 aprile 2015 prevede per la provincia di Cosenza poke e hub della provincia di Cosenza (Asp e Azienda ospedaliera Annunziata) 1458 posti letto per acuti pubblici e 317 posti letto per acuti per i privati. Ma, ad oggi, i posti letto non attivati in provincia di Cosenza sono più di 400, dunque oltre un terzo di quelli previsti, e in tutta la regione sono oltre 650.


Una situazione gravissima che vede compromessa la capacità del sistema sanitario di dare risposte tempestive ed efficaci agli ammalati che, in molti casi, sono addirittura costretti ad essere ricoverati fuori regione o ad aspettare in condizioni indecorose per molto tempo nei pronto soccorsi degli ospedali.


Assistiamo a casi limite come quello dello spoke di Castrovillari dove su 223 posti letto per acuti previsti dal Piano di rientro ad oggi ne sono attivati solo 98. E addirittura il reparto di Traumatologia e ortopedia con 30 posti letto è stato chiuso per mancanza di medici. Gli esempi potrebbero continuare anche negli ospedali hub come l’Annunziata di Cosenza e i Riuniti di Reggio Calabria. Tutto questo accade per mancanza di personale, medici, infermieri, Oss che, a causa del blocco del turn over, dal 2010 ad oggi non vengono assunti e non possono sostituire il personale collocato a riposo.


Nessuno si illuda: il problema non può essere ridotto all’attivazione dei 90 posti letto previsti per la Calabria dal decreto del ministero della Salute poiché la Calabria ha un problema ben più grave che è quello di attivare tutti i posti letto per acuti previsti che sommati a quelli del decreto in questione permetterebbero di arrivare ad oltre 740 posti letto. Per fare ciò è necessaria la copertura del fabbisogno di personale con l’assunzione di medici, infermieri e operatori socio sanitari anche attraverso il recupero del personale sotto utilizzato o fuori ruolo.
E’ tempo di mettere mano con serietà a tale situazione. In passato in Calabria - e forse tuttora in alcune Asp - i dati contabili venivano trasmessi in modo orale. Oggi siamo ai dati virtuali dei posti letto per acuti.


Adesso non ci sono più alibi per nessuno. E’ giunto il momento di superare i paradossi che hanno prodotto una situazione per cui, dopo oltre sei anni di piano di rientro, ci troviamo ancora a dovere attuare concretamente quello che lo stesso piano di rientro prevedeva per la nostra regione.