VIDEO | Durissima la presa di posizione delle sigle sindacali e dei Comuni della provincia pitagorica che sottoscriveranno un documento congiunto con rilievi e osservazioni da inviare ai vertici dell’azienda sanitaria
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È mancato il numero legale per lo svolgimento della Conferenza dei sindaci, ieri sera nella sala consiliare del Comune di Crotone, ma i primi cittadini presenti hanno comunque prodotto le proprie osservazioni sull’atto aziendale dell’Asp. Rilievi - in parte già espressi nelle precedenti riunioni - che confluiranno in un unico documento che dovrebbe essere approvato martedì prossimo, quando torneranno a riunirsi in videoconferenza: conterrà anche le considerazioni di Cgil, Cisl e Uil, presenti all’incontro di ieri, e sarà inviato ai vertici dell’Asp nella speranza che le istanze vengano recepite.
Bocciato l’atto aziendale Asp
In apertura, il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, ha letto un documento realizzato da un equipe di medici chiamata ad analizzare l’atto aziendale dell’Asp per conto dell’ente. Le osservazioni dei professionisti si sono concentrate soprattutto sui provvedimenti che riguardano l’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, l’unica struttura pubblica in tutta la provincia. È stato evidenziato, tra le altre cose, il mancato potenziamento di alcuni reparti con grande afflusso di utenza, come Oncologia e Diabetologia, ma anche l’insufficienza delle postazioni del servizio del 118 (solo 5 in tutte la provincia) che non riescono a garantire adeguatamente la copertura di tutto il territorio provinciale.
Nessuna concertazione
«Si tratta di un atto aziendale che è stato redatto e trasmesso alla Regione senza alcuna concertazione con sindaci e parti sociali» ha evidenziato Sergio Ferrari, sindaco di Cirò Marina, in rappresentanza dei dieci comuni dell’area sub-distrettuale di Cirò, che osserva: «Questo documento sulla carta sembra dire tutto, ma poi entrando nelle singole questioni, non è dato sapere ad esempio, come si debba garantire la continuità assistenziale, laddove le guardie mediche sono vacanti. Non è prevista poi la guardia medica turistica di cui nell’atto aziendale non c’è traccia, ma che è un aspetto che va preso in considerazione nei posti a vocazione turistica come il nostro».
Più attenzione alla medicina territoriale
Criticità irrisolte anche per i piccoli centri dell’entroterra crotonese, come evidenziato dal sindaco di San Mauro Marchesato, Carmine Barbuto, che chiede una sanità meno ospedale-centrica e più vicina ai territori: «Le guardie mediche sono oggetto di una precarizzazione diffusa e funzionano a singhiozzo. Basti pensare che nell’ultima settimana a San Mauro Marchesato ha funzionato 4 giorni su 7, una situazione comune ovunque».
Il sindaco chiede che vengano riattivati i centri vaccinali no Covid nelle singole sedi Asp: «Questa transumanza che si verifica per la vaccinazione dei bambini non è più sostenibile». Barbuto chiede anche la ripresa dei servizi specialistici territoriali che sono stati sospesi e l’istituzione di un’autoemoteca «che giri per i comuni a eseguire esami a domicilio almeno sugli anziani soli e che non possono spostarsi».
Disagio sanitario
Particolarmente critica la situazione del Comune di Savelli, ha spiegato il sindaco Domenico Frontera: «Siamo a 1500 metri di altezza sul livello del mare, l’ospedale più vicino è quello di San Giovanni in Fiore ma quelli che possono dare risposte più efficienti sono gli ospedali di Cosenza o Crotone. Inoltre siamo molto distanti sia dal distretto di Crotone che da quelli di Mesoraca e Cirò Marina. Per questo ho chiesto all’Azienda Sanitaria di farsi portavoce a livello regionale per attivare la telemedicina e soprattutto di ottenere un’ambulanza attrezzata sul posto».