A rivelarlo è il commissario di Azienda Zero, Giuseppe Profiti, che commenta anche la sentenza della Consulta che ha censurato i tempi eccessivi del congelamento dei pignoramenti a danno di Asp e ospedali: «Bisognerà ridurre la durata del blocco per superare le obiezioni della Corte costituzionale» (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Immagino che a breve interverrà un provvedimento che ne riduca la durata. Del resto, il dispositivo depositato ieri dalla Corte Costituzionale riconosce la validità della norma, ne stigmatizza solo l’eccezionale durata che lede i diritti di credito». Così il commissario di Azienda Zero, Giuseppe Profiti, commenta la dichiarata incostituzionalità della norma - inserita nel pacchetto fiscale approvato nel dicembre scorso – che sospendeva fino a dicembre del 2025 l’esecutività dei decreti ingiuntivi azionati dai privati nei confronti degli enti del servizio sanitario calabrese.
Un termine più breve
«È la stessa Corte Costituzionale a richiamare il legislatore affinché stabilisca un termine più breve – che potrà essere, ad esempio, dicembre 2024, dicembre 2023 - confermando, tuttavia, la logica sottesa alla norma chiamata ad operare in un contesto di eccezionalità» aggiunge ancora il manager.
La quantificazione del debito
Nessuna ricaduta sulle attività di ricognizione del debito, assicura poi: «Quella in corso è una operazione che riguarda il passato e che non si concluderà entro il 31 dicembre». Il commissario precisa infatti che il «termine del 31 dicembre è quello entro cui le società dovranno rispondere. A quella data si avrà una quadratura dei riscontri ricevuti dalle aziende interpellate».
L'invito ai creditori
Il riferimento è all’operazione di riconciliazione dei crediti avviata dalla Regione nei mesi scorsi. A tutte le società (fornitori, studi professionali) che intrattengono rapporti commerciali con le nove aziende sanitarie e ospedaliere calabresi è stata trasmessa una pec invitandoli a dichiarare i crediti vantati. Tuttavia, il termine di 30 giorni – scaduto il 10 novembre scorso – è stato prorogato di ulteriori due settimane per via della scarsa adesione. Poche le società che hanno risposto alla chiamata della Cittadella.
Operazione storica
«Il 10 novembre non era una scadenza perentoria» puntualizza Giuseppe Profiti. «Siamo partiti con grande anticipo per consentire una graduale risposta. L’ulteriore proroga ci permetterà di alimentare la piattaforma inserendo correttamente i dati dei creditori. È la prima volta che si esegue un’operazione di questo genere e di questa portata – aggiunge ancora il manager –. La proroga al 24 novembre ci consentirà di ottenere una risposta scaglionata e di aprire un primo dialogo con i fornitori».
14mila pec
«Vi è un altro dato da sottolineare, abbiamo trasmesso 14mila pec a tutti i creditori che risultavano nei partitari per coinvolgere tutti coloro i quali hanno avuto rapporti commerciali con gli enti del servizio sanitario ma molti di questi risultano avere un importo pari a zero. Abbiamo adottato questo metodo perché non abbiamo una contabilità chiara e non potevamo escludere eventuali errori», ovvero fornitori in possesso di crediti ma non registrati.
Orizzonti temporali
Secondo quanto riferito dal commissario di Azienda Zero, solo una volta ottenuta una prima risposta da parte dei fornitori si avvierà la seconda fase di vera e propria «ricostruzione del passivo del sistema sanitario calabrese». «Ciò è collegato alla proroga di sei mesi del decreto Calabria. Uno dei motivi è quello di far cessare il commissariamento e gettare le basi per una gestione ordinaria. Entro aprile, maggio – aggiunge poi – avremo concluso l’analisi e la ricostruzione del debito e saremo nelle condizioni di consegnare ai futuri manager una sanità in ordinaria amministrazione».