La triade commissariale guidata dal governatore riapprova il documento dopo le polemiche infuocate delle ultime settimane. La programmazione non fissa il numero delle strutture semplici, rimandando alla definizione degli atti aziendali
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«Correzioni necessarie». È con questa espressione che la triade commissariale si tira fuori dall'empasse determinata dall'approvazione del piano della rete ospedaliera. Licenziata il 14 di marzo, verbalmente ritirata 4 giorni dopo e riapprovata oggi con un commento in appendice: «al fine di renderlo maggiormente coerente con i bisogni assistenziali della popolazione regionale ed i principi di efficienza ed efficacia nell'erogazione delle prestazioni».
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Nei fatti si interviene a ripristinare lì dove si era tagliato, ovvero le unità operative complesse che nel precedente documento risultavano essere 298, portate invece oggi a 306. Aumentano di una unità anche i punti di erogazione privati (da 78 a 79) e anche la dotazione di posti letto nel passaggio dalla precedente alla nuova programmazione: 6.692 in quella del 14 marzo, 6.700 oggi con gli 8 posti letto da destinare alla disciplina di unità spinale.
Complessivamente 5.538 per le acuzie, comprensivi anche dei 134 posti letto di terapia intensiva covid e 1.162 per la cura delle post acuzie. Sparisce poi dalla nuova programmazione ogni riferimento alla quantificazione delle strutture semplici: in precedenza fissate a 227, oggi la determinazione viene invece rinviata alla definizione dei singoli atti aziendali. «Fermo restando il rispetto degli standard stabiliti a livello nazionale in merito al rapporto tra strutture complesse e strutture semplici e tra le strutture semplici e le strutture semplici dipartimentali, la quantificazione dei queste e la loro allocazione all'interno dei punti della rete ospedaliera sarà definita all'interno dei singoli atti aziendali in attuazione delle linee guida nazionali».
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Per il resto il documento resta tale e quale al precedente, salvo l'eliminazione di ogni riferimento alle procedure di accorpamento delle unità operative delle ex aziende Pugliese Ciaccio e Mater Domini, oggi confluite nell'azienda unica Renato Dulbecco. Anche questo nuovo documento dovrà essere sottoposto al parere del tavolo di verifica interministeriale.