Nonostante situazioni paradossali, come ad esempio l'intervento dell'elisoccorso per il trasferimento di una paziente da un ospedale all'altro lungo il tratto costiero di circa 22 km che separa le due ali dello spoke denominato "Paola-Cetraro", dall’ospedale della città del Santo giungono notizie positive riguardo al reparto di ortopedia e traumatologia.

Nonostante sia minacciato dal nuovo piano di riordino della rete ospedaliera, che prevede lo spostamento della divisione di chirurgia in un'altra sede, la divisione che ospita l'unità diretta dal dottor Massimo Candela ha ripreso a pieno regime grazie all'arrivo dei medici cubani. Questi ultimi hanno contribuito a ripristinare un programma operativo completo, in grado di soddisfare ogni esigenza dei pazienti, consentendo addirittura di anticipare i tempi anche rispetto al programma per ridurre drasticamente le liste d'attesa deliberato di recente da Antonio Graziano, direttore generale dell’Asp cosentina, il quale ha consentito l'accesso alle cure grazie all'apertura degli ambulatori, così come già accade a Paola, anche nell’arco del weekend.

I confortanti progressi registrati su tutti i fronti rinvigoriti dall'aumento delle risorse umane, gli effetti benefici potrebbero essere solo temporanei. Infatti, al termine delle convenzioni con i medici sudamericani, c'è il rischio di un ritorno alle vecchie criticità. Le attuali condizioni, emerse dagli ambiti concorsuali, non permetterebbero un adeguato ricambio di personale medico, mettendo a rischio i risultati ottenuti fino ad ora.

«Innanzitutto devo ringraziare la direzione strategica e il presidente Occhiuto - ha detto il direttore dell’Unità Operativa Complessa “Ortopedia-Traumatologia” del nosocomio paolano, Massimo Candela - che ha avuto l’intuito, con l’innesto dei colleghi cubani, di salvare dei reparti in tutta la Calabria».

«Senza l’aiuto dei camici bianchi sudamericani - ha proseguito il dr Candela - lo scorso anno noi, in ortopedia, abbiamo dovuto ridurre le prestazioni e soprattutto non riuscivamo più a garantire l’emergenza/urgenza notturna, perché la quantità dei dirigenti medici era ridotta al sottoscritto più due collaboratori. Con l’arrivo della prima aliquota di cubani, lo scorso anno, siamo riusciti a ripristinare il servizio che poi, da lunedì scorso, quando è arrivato il secondo scaglione, è stato garantito, anche nella sua esecuzione notturna, per tutta l’azienda sanitaria provinciale».

«Grazie a questi cambiamenti - ha concluso il primario - siamo riusciti a decongestionare l’hub (ovvero l’ospedale Annunziata di Cosenza, ndr), che sappiamo avere qualche problemino. Tuttavia bisogna pensare al futuro, cioè al fatto che prima o poi questi colleghi cubani se ne andranno. E allora dobbiamo iniziare a valutare, cercando risorse che purtroppo sono molto esigue. Ricordo che lo scorso dicembre, l’azienda capofila per i concorsi riservati alle unità operative (Asp di Catanzaro, ndr), ha effettuato un concorso per 39 posti da dirigenti medici ortopedici, dei quali ne sono stati saturati soltanto 13. Questi colleghi che hanno partecipato, erano colleghi in specializzazione dal secondo anno, quindi dobbiamo pensare che da qui ai prossimi 4, 5 anni, le università non sforneranno più dirigenti medici ortopedici. Per questo mi auguro che l’abbandono dei cubani avvenga il più tardi possibile, perché altrimenti rischieremmo di trovarci nelle stesse condizioni di criticità che col loro arrivo abbiamo risolto».