VIDEO | Il piano licenziato dalla struttura commissariale rinnova la proposta di spostare l'area chirurgica dall'ospedale San Francesco. L'ex consigliere regionale Di Natale sul piede di guerra: «Non rimarremo inerti»
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La ristrutturazione della rete ospedaliera calabrese rimane un tema centrale a Paola, dove da anni si svolge un paradossale confronto tra parti che dichiarano entrambe interesse per il miglioramento della situazione dell'ospedale cittadino. Quest'ultimo costituisce l'ala meridionale dello spoke condiviso con l'ospedale Iannelli di Cetraro, situato 20 km più a nord lungo la costa tirrenica della provincia di Cosenza. Originariamente, secondo la mappatura in lingua inglese, i due complessi ospedalieri dell'azienda sanitaria, una volta unificati, avrebbero dovuto garantire un equilibrio ottimale per la fornitura di prestazioni e servizi. Inizialmente, si prevedeva che Paola diventasse un centro chirurgico mentre Cetraro sarebbe stato un centro medico.
Nonostante anni di tentativi, incluso il supporto di atti commissariali come il n.64/2016 noto come "decreto Scura", i benefici attesi da questa suddivisione non si sono ancora manifestati per gli utenti, se non attraverso la scomoda pratica di spostare reparti da un ospedale all'altro lungo il litorale. Un esempio tangibile è l'unità di Chirurgia, costantemente soggetta a spostamenti e oggetto di una gestione separata che, in passato, impiegava le sale operatorie dei due ospedali a turno. Oggi, questa situazione è nuovamente al centro delle polemiche.
«Era giustificato ritenere inefficace il Piano di riordino della rete ospedaliera presentato da Occhiuto lo scorso luglio, poiché mancava dei pareri preventivi dei tavoli ministeriali». È quanto dichiara Graziano Di Natale, già segretario questore del consiglio regionale della Calabria e oggi anima del comitato per la difesa del diritto alla salute, in seguito alla firma di un nuovo decreto del commissario alla sanità e presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per il riordino della rete ospedaliera regionale.
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«La circostanza - afferma Di Natale - che il presidente della Regione Calabria abbia adottato un nuovo piano in sostituzione al precedente, nasconde un profilo giuridico che la Regione intenzionalmente cerca di occultare. Il Tar Calabria ha ordinato al direttore generale del Ministero di depositare i pareri preventivi al Piano di riordino della rete ospedaliera entro il 30 aprile. È evidente che tali pareri non esistono, ecco perché, per eludere l'obbligo imposto dal tribunale amministrativo, si è optato per la presentazione di un nuovo decreto. Al momento, attendiamo di conoscere i contenuti di questo nuovo decreto, ma grazie alla battaglia del Comitato del Diritto alla Salute, il precedente decreto è stato ritirato».
«Mi sorprende - è la chiosa dell’avvocato paolano - che le forze politiche di opposizione, di fronte a questo caos, rimangano silenti su un tema così importante come il diritto alla salute dei calabresi».
Dopo aver ottenuto una vittoria sul fronte del piano di riordino presentato a luglio dall'attuale commissario/presidente Roberto Occhiuto, che è stato ritirato, ora è stato sostituito con un altro piano che, tuttavia, continua a sollevare dubbi su diversi aspetti.
«Il piano di riordino della rete ospedaliera - è la tesi di Di Natale - ripropone il trasferimento dell'area chirurgica dall'ospedale di Paola, basandosi sempre sulla menzogna della presunta attivazione della terapia intensiva, che invece è attestata in altri atti. Inoltre, si registra una diminuzione dei posti letto nell'area medica e la completa eliminazione dell'attività endoscopica lungo tutta la costa tirrenica. Sorge quindi la domanda sul destino della proposta dell'Ospedale unico avanzata da alcuni sindaci».
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A nome del comitato, l’ex consigliere regionale ha bocciato senza appello il dispositivo emanato dal commissario/presidente lo scorso 14 marzo: «Una decisione dannosa che minaccia il diritto alla salute dell'intero territorio della costa tirrenica, e che ad oggi non ha fatto altro che peggiorare la situazione».
«Noi non possiamo restare inerti di fronte a queste nefaste azioni e decisioni che violano i diritti dei cittadini - ha concluso Graziano Di Natale - L'anno scorso abbiamo respinto l'attacco e difeso la nostra struttura, ma ora siamo costretti a combattere nuovamente per la nostra terra e per non essere privati del diritto alla salute».