Il consigliere regionale denuncia quanto accaduto nell'ospedale tirrenico: il malato sarebbe stato poi trasportato nella Terapia intensiva di un altro nosocomio. «Il reparto qui è nuovo di zecca, sia fatta chiarezza sulla sua operatività»
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«Apprendo che nella giornata di ieri si sarebbe verificata una circostanza sulla quale non è possibile sorvolare». Inizia così la nota del segretario-questore del Consiglio regionale Graziano Di Natale, che denuncia quanto si è verificato nell'ospedale di Paola. «Un paziente - spiega - sarebbe stato bloccato in corsia per ore, salvo poi, inspiegabilmente, esser trasferito presso l'unità di un altro presidio ospedaliero invece di essere ricoverato nel reparto della Terapia intensiva del San Francesco».
«Si tratta di una dinamica, qualora venisse confermata in toto - prosegue - di inaudita gravità che lede la tutela della salute del paziente stesso e l'immagine di un reparto nuovo di zecca, da poco inaugurato e fortemente voluto dai cittadini e dalla compianta presidente Jole Santelli. Della circostanza sono stato informato anche dal sindaco Roberto Perrotta, che ringrazio per il suo immediato intervento».
Secodno Di Natale l'episodio «mortifica i cittadini calabresi i quali hanno chiesto, manifestando a più riprese, civilmente, l'apertura del reparto quale implemento dell'offerta sanitaria sul Tirreno Cosentino. Tutto ciò è inaccettabile considerata la spesa di soldi pubblici per realizzare e attrezzare un reparto con apparecchiature di ultima generazione. Per questa serie di ragioni pretendo chiarezza sulla vicenda. Sebbene non sia mia intenzione alimentare la cultura del sospetto credo che debbano essere fornite rassicurazioni sull'operatività della Terapia Intensiva no Covid a Paola».
«Al fine di tutelare i diritti dei cittadini - conclude - ho immediatamente contattato il Commissario dell'Azienda Sanitaria provinciale, dott. Vincenzo La Regina, per denunciare quanto accaduto e per chiedere spiegazioni di quanto successo. Spero che nelle prossime ore venga fatta chiarezza. Sia chiaro che, dal canto mio, resterò vigile per tutelare un diritto sacrosanto a seguito di una battaglia di dignità».