Venticinque milioni di euro. A tanto ammonta la cifra targata Pnrr destinata ai lavori di ristrutturazione antisismica dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Fondi che l’Asp rischia di perdere se i lavori non inizieranno entro fine febbraio. Epperò c’è un grosso problema: per quella data, per poter aprire il cantiere, bisognerà trasferire altrove pazienti, attrezzature, medici e personale sanitario attualmente collocati nell’ala che interesserà i lavori e che ospita i reparti Ortopedia, Oculistica e Chirurgia

La deadline si avvicina ogni giorno di più e il commissario che guida la triade dell’Asp, Vittorio Piscitelli, ne è consapevole: «La sanità vibonese non si può permettere il lusso di perdere i finanziamenti a disposizione, ecco perché stiamo lavorando senza sosta per trovare una soluzione. In particolare, allestire altrove il reparto di Chirurgia generale non affatto una cosa semplice».

A Vibo Valentia dove, a causa di alcuni lavori da realizzare all’ospedale Jazzolino, alcuni reparti potrebbero essere trasferiti a Tropea.

La soluzione più gettonata nelle ultime settimane è stata quella di trasferire tutto l’ambaradan all’ospedale di Tropea, dove i posti non mancano, visto che l’attuale reparto di Urologia è praticamente vuoto. Ma lasciare a Vibo il Pronto soccorso e portare Chirurgia a circa 30 chilometri di distanza e almeno altrettanti minuti per andare da una parte all’altra, è un’ipotesi che fa tremare le vene ai polsi. A maggior ragione se si pensa che il reparto di Rianimazione è a Vibo.

Alcuni giorni fa funzionari dell’Asp e medici dei reparti interessati hanno effettuato un sopralluogo a Tropea, proprio per verificare la possibilità di trasferire nel nosocomio costiero il reparto di Chirurgia. Ispezione che avrebbe confermato la percorribilità di questa strada, che però ora viene messa in forse dal commissario Piscitelli: «Stiamo valutando la fattibilità di un’altra soluzione – spiega a Il Vibonese -, cioè sale operatorie mobili, anche fuori dal perimetro urbano ma in prossimità comunque dello Jazzolino». Alla fine, la soluzione potrebbe essere ibrida: trasferire il vero e proprio reparto di Chirurgia a Tropea e allestire sale operatorie mobili nei pressi dell’ospedale per affrontare i casi più urgenti che non possono attendere di essere trasferiti altrove.

L’intervento dell’Usb Calabria

Quella di realizzare sale operatorie mobili a Vibo non è una soluzione che piace a Vittorio Sacco, coordinatore calabrese dell’Unione Sindacale di Base.

«L’Asp di Vibo Valentia, già dalla gestione Battistini, sapeva che c’erano questi lavori da fare allo Jazzolino – incalza Sacco -. Sapevano che ipoteticamente si dovevano spostare alcuni reparti verso altri presidi. Perché non è stato predisposto niente per tempo? Solo adesso, a meno di un mese dall’avvio degli interventi, tirano fuori il jolly dal mazzo dicendo che vogliono fare un’unità mobile di chirurgia? ». Allestire in tempi brevi ambienti modulari attrezzati di tutto punto, per il rappresentante dell’Usb non è una ipotesi realizzabile. «Chiudere un reparto chirurgia non è una cosa che si può fare dall’oggi al domani… Sappiamo che le sale operatorie per norma devono avere i giusti criteri di sterilizzazione, non solamente degli strumenti. Come si fa a realizzare una sala operatoria mobile? Mi sembra un’ipotesi campata in aria», aggiunge.

A Vibo Valentia sta sollevando forti perplessità l’ipotesi di utilizzare unità mobili di chirurgia per poter così smantellare il reparto e avviare i lavori di ristrutturazione dell’ospedale. Per il sindacalista Usb Vittorio Sacco è una scelta campata in aria.