L’ospedale Iannelli di Cetraro, un tempo considerato punto di riferimento d’eccellenza per la sanità del Tirreno cosentino, appare oggi sempre più svilito e smembrato. Cure negate e decine di pazienti costretti a raggiungere altre regioni per potersi curare. Un vero e proprio calvario. Il consigliere regionale Giuseppe Aieta, da sempre in prima linea a difesa del nosocomio, questa volta punta il dito contro il commissario dell'Asp, minacciando anche un’azione legale.

«Oggi è 16 agosto e mentre la Calabria continua a bruciare e i canadair volano sulle nostre teste, dobbiamo necessariamente ripartire: dalla Sanità, perché quel che sta accadendo é diventato insostenibile. Oggi, - scrive Aieta in una nota - di buon mattino, ho scritto al sindaco per un incontro urgente al fine di valutare le iniziative da assumere con tutti coloro che hanno partecipato all’ultima riunione col commissario dell’Asp. Riunione che ha fatto registrare una deludente risposta su temi la cui soluzione richiederebbe pochissimo tempo. Ci stanno tenendo come la soppressata nell’olio e per quanto io abbia espresso in passato apprezzamento per il commissario dell’Asp devo, purtroppo, registrare una sua rapida e negativa omologazione ai suoi predecessori. Spero di sbagliarmi ma solo i fatti potranno confutare il mio convincimento.

Ieri mi sono confrontato con un noto chirurgo urologo calabrese che opera a Roma e che è un punto di riferimento per tanti nostri concittadini. Ha trascorso la giornata al telefono e qualche ora a visitare i suoi pazienti. Mi ha raccontato del gravissimo disagio a causa della chiusura dell’Urologia di Cetraro con cui collabora brillantemente. Un disastro!

Ho visto nei suoi occhi tanta amarezza e tristezza per i tanti pazienti costretti a raggiungere ospedali fuori regione come Lagonegro per trattamenti che con alta professionalità l’Urologia di Cetraro garantiva fino a quando non é stata chiusa. E sapete perché é chiusa? Per la sala operatoria di cui da mesi stiamo chiedendo la riapertura. Quella stessa Sala Operatoria che si sta utilizzando brillantemente per l’Oculistica ma che - inspiegabilmente- é negata all’Urologia. Ho fatto solo un esempio ma potrei continuare con altre patologie la cui cura è negata per responsabilità dell’Asp. Proporrò al sindaco un’azione legale - conclude il consigliere regionale - e al tempo stesso un’azione di forza pacifica per ripristinare ciò che funzionava e che all’Asp hanno distrutto, sperando che il commissario ad Acta Longo la smetta di essere un passante e chieda conto di quanto sta avvenendo sul Tirreno cosentino».