VIDEO | Il primo cittadino guiderà una delegazione in Regione a Catanzaro per una protesta pacifica contro i decreti emanati dal commissario alla sanità Roberto Occhiuto. «Il riordino della rete ospedaliera penalizza ulteriormente il Beato Angelo»
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Pino Capalbo, sindaco di Acri, mercoledì mattina guiderà una delegazione di concittadini in Regione sperando di incontrare il Governatore. «Protesteremo in modo assolutamente pacifico contro il Decreto regionale di riordino della rete ospedaliera. Per quanto ci riguarda - ha detto dagli studi di Cosenza Channel - penalizza ulteriormente la struttura del “Beato Angelo”». Sarà pertanto il proseguo del corteo che lo scorso giovedì 4 aprile ha sfilato nel centro silano denunciando, tra le altre cose, la presenza di un solo anestesista e di un radiologo che è in presenza soltanto di lunedì.
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«I decreti emanati dalla Regione sono stati più di uno. Il primo è del 12 luglio 2023 e noi lo abbiamo impugnato restando in attesa dell’udienza di merito. Il secondo è del 14 marzo 2024, l’ultimo del 26 marzo 2024. Non cambia la nostra situazione - ha evidenziato ancora Capalbo - anzi passiamo da 32 posti letto a 26. Quattro posti vengono meno in Chirurgia, altri due in Medicina. Ma i problemi sono anche di altra natura, come quello dei tre chirurghi andati in pensione: ora ne resta solo uno». Questo per l’amministrazione comunale significa una sola cosa: la Chirurgia non potrà più operare e gli interventi multidisciplinari che erano previsti saranno soltanto in “day surgery”. Ad allarmare di più i cittadini di Acri e l’intero comprensorio, tuttavia, è il Pronto soccorso.
«Qualora non dovessero esserci più chirurghi nel nosocomio, non si potranno fare consulenze chirurgiche in Ps. Un cittadino, anche per un’appendicite – ha spiegato Capalbo - dovrà essere quindi trasferito all’ospedale di Rossano Corigliano o di Cosenza. Entrambi, anche a causa della conformazione del territorio, distano 50 minuti: qualcosa di intollerabile, oltre che pericoloso». «Roberto Occhiuto è stato sempre disponibile nei miei confronti, ma non può non tenere in considerazione la comparazione dei dati con altri ospedali di zone disagiate - ha continuato il primo cittadino spulciando le carte che ha portato con sé -. San Giovanni in Fiore passa da 31 a 37 posti letto e anche Cariati, per la cui riapertura della struttura non posso che essere contento, aumenta le degenze».
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Infine la chiosa con cui Capalbo ha riavvolto il nastro: «I problemi dell’ospedale di Acri sono partiti dal 2010. Il commissario della Sanità era Scopelliti che ha chiuso 18 nosocomi. L’altro commissario oggi è Occhiuto, che ne sta riaprendo alcuni. Il 28 marzo, insieme a tutti i capigruppo, gli avevamo chiesto un incontro. Ha preferito incontrare solo i consiglieri di Forza Italia facendo a mio avviso un errore politico».