«Cinque lunghe ore di attesa per Alessio Trotta, trascorse, il giorno della vigilia di Natale, al freddo di un pronto soccorso umido, senza né bere né mangiare. Neanche una copertina: a scaldarlo ci hanno pensato i cappotti dei genitori. Ma la cosa ancor più grave è che neanche la terapia è stata somministrata al piccolo degente, colpevole forse solo di essere nato nel posto sbagliato». È quanto riferiscono Vito e Loredana i genitori del bambino, affetto da encefalopatia ipossica ischemica da sofferenza perinatale con epilessia focale farmaco resistente con diagnosi dell'Annunziata di Cosenza e del Bambino Gesù di Roma.

Il viaggio della speranza verso Cosenza

Tutto, raccontano chiedendo l'intervento del ministro della Salute Roberto Speranza e del presidente della Regione Roberto Occhiuto, è accaduto nell'ospedale di Corigliano Calabro il 24 dicembre scorso. «Quanta tristezza, quanta disavventura - è scritto nella nota - come dentro un film, dopo tredici lunghi anni la storia si ripete: stesso posto, stesse figure coinvolte e, soprattutto, stesso grido di dolore per un soccorso che tarda ad arrivare. Da nove passano a cinque le ore di attesa prima che il piccolo Alessio possa avviarsi nel suo viaggio della speranza verso Cosenza, l'ennesimo; eppure era stato tutto scritto a seguito di una consulenza pediatrica, forse dimenticata in qualche cassetto della scrivania o peggio non interpretata da chi doveva allertare un codice rosso».

L'appello a Speranza e Occhiuto

«Pur essendo la vigilia del Santo Natale 2021, neppure l'arrivo del bambinello - sostengono i genitori nella nota - ha riscaldato i cuori di taluni in camice bianco». Il caso e' stato preso in carico dalla onlus unalottaxlavita. In più apà Vito e mamma Loredana hanno informato le autorità giudiziarie di competenza ma soprattutto hanno scritto al ministro Speranza e al presidente Occhiuto. «L' appello è sempre lo stesso: abbiamo sete di giustizia - sottolineano - ascoltate il grido silenzioso di nostro figlio abbandonato al proprio destino senza cure né assistenza, anche lui merita una qualità di vita la migliore possibile. Si tratterà dell'ennesimo spreco di carta e inchiostro o finalmente qualcuno comincerà ad interessarsi al caso? Chi vivrà vedrà, eppure anche Alessio Trotta è figlio di questa terra». I genitori minacciano azioni eclatanti: «Non abbiamo più nulla da perdere».