«Ancora una volta ci troviamo costretti a denunciare pubblicamente la grave situazione di disservizi e ritardi che, a causa della mancanza di nuove assunzioni alla Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (NPIA), sede di Lamezia Terme dell'ASP di Catanzaro, affligge i nostri bambini. Da oltre un anno, i ritardi nell'erogazione dei servizi e la mancanza di risorse umane stanno penalizzando centinaia di famiglie e minori, alcuni dei quali in attesa di assistenza sanitaria indispensabile per il loro sviluppo». È quanto riferisce in una nota il Coordinamento Sanità 19 marzo di Lamezia Terme.
«Oltre 100 bambini e adolescenti, molti con patologie gravi e complesse – è specificato – attendono di poter accedere a un percorso valutativo, diagnostico e psicoterapeutico che consenta loro di ricevere il supporto necessario alla loro evoluzione psico-fisica. Nonostante le ripetute richieste da parte del Coordinamento e degli stessi genitori, la situazione resta drammatica e bloccata. Stavolta però abbiamo deciso di alzare la voce – prosegue la nota del Coordinamento – organizzando un sit-in davanti l'ospedale Giovanni Paolo II di LameziaTerme, che si terrà nelle prossime settimane. L'obiettivo è sensibilizzare le istituzioni, la cittadinanza e la classe politica sulla gravità della situazione e spingere per una rapida risoluzione. Non è più accettabile che le famiglie vivano nell'incertezza, mentre i loro figli continuano a soffrire per mancanza di cure e supporti adeguati». 

Dal maggio 2023, infatti, come Coordinamento Sanità 19 Marzo «abbiamo inviato diverse istanze al commissario straordinario dell'Asp di Catanzaro, Generale Antonio Battistini, chiedendo nuove assunzioni per far fronte alla carenza di personale qualificato. Nonostante le promesse, non è stato fatto alcun passo concreto. La Neuropsichiatria infantile opera oggi con un organico ridotto all'osso: mancano 3 dirigenti medici di neuropsichiatria infantile, cinque dirigenti psicologi, tre logopedisti, tre terapisti della neuro-psicomotricità, tre fisioterapisti, qjuattro educatori, due assistenti sociali e un dirigente medico fisiatria. Una situazione insostenibile che sta paralizzando un servizio essenziale».

«Il problema non riguarda solo la NPIA di Lamezia Terme. Con il blocco dell’attività nella sede di Soveria Mannelli, avvenuta per il pensionamento dell'unica terapista della riabilitazione disponibile – rivela ancora il Cooridamento – i bambini che frequentavano la struttura per terapie sono ora completamente privi di assistenza. Che ne sarà di loro? È un quesito al quale nessuno sembra voler rispondere. Nel frattempo, invece di rafforzare i servizi pubblici e garantire l'accesso alle cure per tutti i bambini, si assiste a un continuo incremento delle convenzioni con privati accreditati erogate incredibilmente dalla Regione. Queste politiche, che favoriscono il privato, non risolvono il problema strutturale e creano ulteriori disuguaglianze nell'accesso alle cure per i minori più fragili. Perché non investire nel potenziamento del sistema pubblico, come più volte chiesto e promesso? Presidente Occhiuto perché queste agevolazioni ai privati?»
«E ancora, nel periodo post covid il commissario straordinario alla Sanità Occhiuto aveva promesso attenzione a potenziare le strutture di Neuropsichiatria Infantile – è riportato ancora nella nota – in considerazione dei danni psicologici e psichiatrici subiti dai minori durante la pandemia. Tuttavia, a più di un anno dalle dichiarazioni, nulla è stato fatto per aumentare il personale, migliorare le strutture o snellire i tempi di attesa. La situazione, anzi, è peggiorata».

Il tema della struttura semireesidenziale

«Un altro tema cruciale che resta irrisolto – affermano ancora dal Coordinamento Sanità 19 marzo – è il progetto per una struttura semiresidenziale destinata ai bambini autistici. Da mesi attendiamo segnali concreti per l'apertura di questi spazi, già individuati all'interno dei locali della NPIA, ma senza alcun progresso. Un progetto che, se realizzato, potrebbe dare respiro a decine di famiglie che oggi si trovano a dover affrontare da sole il carico assistenziale dei propri figli. La situazione è diventata insostenibile per le famiglie, che non possono più attendere risposte che tardano ad arrivare. Alcuni genitori, sono in attesa da oltre un anno di terapie essenziali, nonostante le ripetute segnalazioni al Garante della Salute. Questa situazione richiede un intervento immediato. Le famiglie chiedono semplicemente che i loro figli abbiano accesso alle cure essenziali, senza dover combattere ogni giorno contro un sistema sanitario paralizzato e inefficace. Le risposte non possono più essere rinviate – conclude la nota – e noi continueremo a lottare fino a quando non saranno prese misure concrete per affrontare questa emergenza».