VIDEO | La Regione individua i fondi necessari per portare a termine l’opera in costruzione nel cuore di Corigliano Rossano: investimento pubblico da 236 milioni. I cantieri ripartiranno entro un paio di settimane, si chiude una partita iniziata 18 anni fa
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Una giornata storica. Non può essere considerato altrimenti il 28 marzo 2024 perché dopo quasi 18 anni di attesa oggi si può affermare che l’ospedale della Sibaritide vedrà la luce nei tempi previsti, ovvero entro il 2026.
Questa mattina il presidente e commissario alla sanità, Roberto Occhiuto, ha firmato il decreto con cui la Regione Calabria – la concedente dell’opera – ha approvato il riequilibrio del piano economico finanziario e lo schema di contratto aggiuntivo relativi alla variante proposta al concessionario, la D’Agostino Spa, per aggiornare un ospedale progettato nel 2013 alle normative nel frattempo subentrate – sanitarie e comunitarie – al 2024.
Il polo sanitario che sta sorgendo nel cuore di Corigliano Rossano costerà – secondo i calcoli – 292 milioni di euro.
Con la firma del decreto del commissario ad acta è ipotizzabile – considerando anche i margini di manovra necessari alle scartoffie da sistemare – che i cantieri di contrada Insiti torneranno a brulicare di operai nel giro di un paio di settimane.
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Ospedale della Sibaritide, i costi
In Regione hanno raschiato il fondo di diverse voci di bilancio per reperire le risorse necessarie alla conclusione dell’opera, per cui erano stati previsti 77 milioni nel 2007, 144 nel 2013 fino ai 292 milioni di oggi.
Nel dettaglio del dca firmato da Occhiuto si legge che le risorse pubbliche ammontano a quasi 237 milioni di euro e che dal 2009 ad oggi, a scheletro completato e ben visibile a Insiti – transitando sulla statale 106 anche da lontano – sono stati spesi 56 milioni di euro.
Sempre secondo il documento sottoscritto dal governatore-commissario i 236.094.994,71 saranno garantiti da tutta una serie di fonti di finanziamento individuati in sette capitoli di spesa: 77.075.356,06 euro dal mutuo contratto nel 2012 ; 19.260.190,35 euro a valere sui fondi del “Patto per lo Sviluppo della Regione Calabria”; 2.723.039,66, a valere su fondi regionali; 1.964.413,63 euro a valere su risorse dello Stato, per compensazione dei prezzi dei materiali da costruzione; 58 milioni da altre risorse dello Stato, rese disponibili; 17.527.667,99 euro a valere su residui di bilancio provenienti da fondi dello Stato; 41.187.582,59 euro recuperati su residui di bilancio provenienti dal mutuo contratto dalla Regione.
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La Regione ha, inoltre, specificato che il costo dei materiali è lievitato nel tempo di 9,4 milioni e che alla D’Agostino – la società che sta costruendo l’ospedale della Sibaritide e che per contratto lo gestirà per 25 anni a partire dall’entrata in esercizio – saranno erogati canoni per la gestione dell’opera, della disponibilità delle attrezzature biomedicali e servizi “no-core” per circa 32 milioni di euro.
L’epilogo atteso per 18 anni nella Sibaritide
Dopo 18 lunghissimi anni – l’ospedale è stato “pensato” nell’ambito delle necessità secondo le procedure di protezione civile nazionale nel 2007, progettato nel 2014, coi cantieri aperti nel 2021 – si tombano, per certi versi, le sabbie mobili della burocrazia in cui era precipitata l’infrastruttura sanitaria, peraltro inaugurata almeno quattro volte in appuntamenti elettorali distribuiti in quasi quattro lustri.
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Il governatore nei giorni scorsi era stato chiaro nel corso di una sua visita a Corigliano Rossano. In quella occasione aveva confermando che il riequilibrio del piano economico finanziario relativo alla variante sarebbe stato approvato e che l’opera si concluderà entro la fine della sua legislatura.
Per l’entrata vera in esercizio, però, sarà necessario dell’altro tempo. Immaginando che l’ospedale sarà consegnato chiavi in mano nel 2026, probabilmente oltre un anno sarà necessario per mandarlo a regime anche grazie ai traslochi a Insiti delle risorse umane e delle attrezzature provenienti dai due presìdi ospedalieri, il Giannettasio di Rossano ed il Compagna di Corigliano.