La denuncia del Movimento Cinque Stelle: «Un ospedale con un bacino d’utenza di 150 mila persone non può avere un solo medico di turno in Pronto Soccorso»
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Quasi undici ore di attesa al Pronto Soccorso del Giovanni Paolo II con una mano bucata, gonfia e dolorante. E’ quanto accaduto al padre di un simpatizzante del Movimento Cinque Stelle e raccontato dal Meetup Lamezia, Amici di Beppe Grillo tramite la voce dell’attivista Ferdinando Gaetano.
«Sono le 16:30 quando N.V. varca la porta d’accesso della struttura di primo soccorso dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme con un profondo taglio (3 cm circa) tra il pollice e l’indice della mano, procuratosi con un ferro arrugginito – racconta in una nota il pentastellato - oltre al dolore e alla difficoltà di muovere le due dita interessate dalla ferita, quindi anche il pericolo di eventuale infezione. Trascorsa una mezzora, finalmente viene registrato e messo in attesa, ma solo con codice verde. Nel frattempo continuano ad arrivare pazienti, quasi tutti accettati con codice giallo, e quindi il turno del padre della nostra amica si allontana costantemente».
«Passano le ore – si legge ancora nella nota stampa - verso le 23:00 pare essere finalmente arrivato il suo turno, ma il continuo andirivieni di gente lo fa nuovamente indietreggiare nel display delle persone in attesa. Si inizia a perdere la pazienza: vengono allertati i Carabinieri e si fa presente agl’infermieri che urgerebbe quantomeno un’immediata antitetanica. Solo a questo punto gli viene disinfettata la ferita e lasciato nuovamente in attesa. Sono le 2:30 di notte quando, dopo circa dieci ore dalla presa in consegna, il nostro ferito viene finalmente visitato e sottoposto a radiografia all’arto. Gli si prescrive una cura antibiotica oltre ad una visita ortopedica. La ferita viene chiusa con delle graffette perché e’ ormai passato troppo tempo e non è più possibile mettere i tradizionali punti di sutura!!».
«Un caso limite, quello poc’anzi descritto – commenta Gaetano - ma non certo nuovo a verificarsi a causa della penuria di personale medico. Verrebbe da dire, per coloro che si recano presso il Pronto Soccorso lametino (ma la “musica” non è granchè diversa in quello del vicino capoluogo di regione), “lasciate ogni speranza di accettabile attesa o voi che entrate».
«Sia chiara una cosa: per coloro che si presentano per problemi di poco conto, ed ai quali viene giustamente assegnato il classico codice bianco, le ore di attesa sono sacrosante e meritate, dato che in tali circostanze basterebbe recarsi presso il proprio medico curante o, in alternativa, presso la guardia medica. Ma per tutti gli altri codici– incalza ancora l’attivista - non sono tollerabili così tante ore di snervante e, spesso, dolorosa attesa. Un ospedale con un bacino d’utenza di 150 mila persone non può avere un solo medico di turno in Pronto Soccorso. Almeno non in orario diurno e pre-serale».