Che la pandemia avesse costretto a rallentare le attività di screening era cosa nota, ora grazie al denuncia del Tribunale per i diritti del malato le cui redini sono state recentemente affidate a Isabella Fiore, emergono anche altri aspetti della vicenda. 

Isabella li elenca in una missiva indirizzata al direttore sanitario Antonio Gallucci spiegando, ad esempio, che diversi pazienti «non ricevono più l'avviso
cartaceo, tramite le poste, per sottoporsi alle indagini diagnostiche previste nei programmi dal Ssn al fine di  garantire equità nell'accesso ad una diagnosi precoce».
«Lamentano anche - spiega Isabella - in particolare quelli in grado di accedere alle informazioni tramite gli strumenti di comunicazione online, l'impossibilità del nostro ospedale di provvedere agli esami strumentali in quanto privo di un radiologo abilitato alle lettura dei referti. Per tale ragione sono costretti a raggiungere Soverato con gravi disagi logistici e aumento di costi».

In attesa dell'integrazione in organico delle figure, il Tdm fa il punto e chiede allora al direttore generale che venga ripristinato il servizio di comunicazione postale per l'invio degli avvisi agli aventi diritto, il coinvolgimento dei medici di famiglia nelle informazioni all'utenza e nel lavoro di educazione alla prevenzione.

E poi, ancora, l’uso da parte delle figure professionali in servizio in altre sedi abilitate alla lettura dei referti radiologici, degli strumenti di comunicazione online al fine di evitare i disagi. Caso mai questo non fosse possibile, il Tribunale propone che sia prevista una risorsa per almeno un giorno a settimana e integrare la pianta organica di radiologia, Pronto soccorso e di tutti i reparti in sofferenza di risorse».