Nell’ambito del trattamento chirurgico della patologia coronarica la cardiochirurgia universitaria del presidio “Mater Domini” della azienda ospedaliero universitaria di Catanzaro risulta tra le prime 10 strutture in Italia sia per numero di interventi di bypass aorto-coronarico che per mortalità comparata al numero di interventi.

Inizia così una nota diffusa dal primario della cardiochirurgia Pasquale Mastroroberto che aggiunge: «È la conferma di una crescita progressiva della nostra cardiochirurgia sia in termini di volumi che di esiti quest’ultimi valorizzati da una percentuale “aggiustata” di mortalità pari all’1,50% quale dato in un centro con almeno 360 interventi di bypass aorto-coronarico nel biennio 2021-2022 (fonte Age.Na.S.). A questo si aggiunge il numero globale di interventi cardiochirurgici pari a 474 nel 2022 e 478 nel 2023».

«Purtroppo – continua Mastroroberto – tutti questi dati positivi, presenti anche nel documento di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza-urgenza e delle reti tempo-dipendenti allegato al DCA n. 69 del 14 marzo scorso e al DCA del 27 marzo 2024, non trovano riscontro in nessuno degli ultimi DCA (n. 198 del 12.7.2023,n. 69 del 14.3.2024 e ultimo quello del 27 marzo che sostituisce il DCA n.69) in termini di distribuzione dei posti letto».

«Difatti per la unità operativa di cardiochirurgia sono stati confermati i 14 posti letto già presenti nel DCA 64/2016 quindi in numero più basso rispetto sia all’altra struttura cardiochirurgia pubblica che alla struttura privata/accreditata attualmente inattiva». Il riferimento è alla cardiochirurgia del Gom di Reggio Calabria con 15 posti letto di degenza e 10 di terapia intensiva cardiochirurgica e quella privata afferente alla clinica Sant'Anna Hospital che nella rete ospedaliera si vede attribuire 20 posti letto, nonostante sia inattiva da quasi un anno.

«Tutto questo non considerando anche l’allegato 8.2 “Requisiti specifici per l’accreditamento delle strutture cardiochirurgiche” stilato dal dipartimento Salute della Regione Calabria prevede, per strutture che effettuano tra 450 e 800 interventi cardiochirurgici all'anno, 22 posti letto di degenza ordinaria e 8 posti letto di terapia intensiva».

«È veramente sorprendente non avere considerato produttività, volumi ed esiti di una cardiochirurgia inserita nella rete regionale urgenza/emergenza e che copre il territorio di ben 4 province (Vibo Valentia, Crotone, Catanzaro e Cosenza). Un numero di posti letto non conforme alle reali attività in termini numerici ha conseguenze dirette anche nella programmazione del fabbisogno di personale sia medico che infermieristico e di operatori sociosanitari.

Di questi dati e reali necessità sono state informate le strutture aziendali commissariali sia precedenti (A.O.U. “Mater Domini”) che attuale (A.O.U. “R. Dulbecco”). Mi auguro – conclude Mastroroberto – che tutte le osservazioni e i dibattiti sul problema legato alla migrazione sanitaria extraregionale vengano presi nella giusta e reale considerazione da parte degli organi preposti con azioni programmatiche che conducano a rinforzare strutture sanitarie ad alta specialità quale è la cardiochirurgia».