VIDEO | Ogni anno in Italia si registrano 60mila arresti cardiaci, ma solo poco più della metà dei testimoni è in grado di eseguire le manovre necessarie. La Giornata mondiale per la rianimazione cardiopolmonare riaccende i riflettori sulla tematica. Il primario del Pronto soccorso di Vibo, Vincenzo Natale, spiega l'importanza di interventi tempestivi
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Sono 60mila ogni anno i casi di arresti cardiaci registrati in Italia, solo nel 58% dei casi, però, chi assiste interviene con le manovre salvavita, come massaggio cardiaco o ventilazioni, e in una percentuale ancora più bassa, il 28% dei casi, si utilizza un defibrillatore. La sopravvivenza finale è di circa l'8%. Un tempestivo e adeguato intervento di primo soccorso aiuta però a ridurre il tasso di mortalità del 30%. Sono i dati presentati a Roma, alla Camera dei deputati, in occasione della Giornata mondiale per la rianimazione cardiopolmonare. Dati che evidenziano l’urgenza di diffondere in maniera sempre più capillare l’educazione al primo soccorso, come nelle scuole.
In Italia dal 2015 attraverso la legge 107 cosiddetta riforma della Buona Scuola è stato sancito l’insegnamento a scuola della rianimazione cardiopolmonare e delle altre manovre salvavita, tuttora però quella legge, non ha piena attuazione sul territorio nazionale nonostante una sperimentazione didattica svolta con successo dalla Sis 118 che nel 2018 ha coinvolto per quattro mesi 13 province e 5.000 studenti. È dello scorso febbraio invece la proposta presentata alla Camera da Forza Italia e volta a rendere obbligatorio questo tipo di percorso formativo nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Oggi la Giornata mondiale della rianimazione cardiopolmonare accende nuovamente i riflettori sull’importante tematica e sul corretto funzionamento della catena della sopravvivenza. Tra i promotori della legge di iniziativa popolare sulla "buona scuola”, oltre al presidente nazionale Sia 118, Mario Balzanelli, c’è il primario del pronto soccorso di Vibo Valentia e presidente della Simeu Calabria (società scientifica di medicina d’urgenza emergenza) Vincenzo Natale. «La tematica è d’importanza strategica vista l’incidenza così elevata di arresti cardiaci a livello mondiale - sottolinea il dottor Natale -. La scuola è il luogo migliore in cui poter parlare di primo soccorso così che i giovani crescano con la conoscenza delle tecniche salvavita, conoscenze che possono poi trasmettere anche all’interno del proprio nucleo familiare».
Non solo la scuola, ma anche gli oratori, i centri sportivi, le associazioni di volontariato diventano sempre più spesso destinatari di iniziative e progetti sull'educazione al primo soccorso: «È essenziale - continua il dottor Natale - che si crei una vera e propria rete, capace di raggiungere quanti più cittadini possibili. Bisogna portare avanti il concetto del primo soccorso come obbligo di legge al di fuori dell'omissione di soccorso, è un nostro obbligo morale quello di formare sul territorio vibonese persone che sappiano usare il defibrillatore o quantomeno che siano in grado di effettuare il massaggio cardiaco in quei minuti che si rivelano decisivi per salvare una vita».