Visite ed esami saltati per le lunghe liste d'attesa o le difficoltà a raggiungere le strutture. Il sindacato chiede al governatore e commissario ad acta l'apertura di un tavolo: «Garantire diritti sociali e assistenziali»
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In Italia il 31% degli over 65 ha difficoltà ad accedere ai servizi socio-sanitari. Una percentuale che si alza se si guarda esclusivamente al Centro-Sud, dove si raggiungono punte del 39%. La Calabria è seconda solo al Molise e si ferma al 37,5%: una buona fetta, insomma, di anziani per il quali diventa difficile accedere ai servizi delle asl, a farmacie, medici di famiglia e negozi di generi di prima necessità. Si tratta dei dati diffusi da Passi d’Argento, un sistema di sorveglianza della popolazione con più di 64 anni promosso dall'Istituto superiore di sanità (Iss).
La rinuncia alle cure
Dati che hanno allarmato il sindacato Uilpensionati Calabria, che si sofferma anche su un altro indicatore vagliato dall'Iss: la rinuncia a visite mediche ed esami diagnostici da parte degli anziani. In questo caso i numeri calabresi (25,9% degli anziani) sono solo leggermente più alti della media nazionale (24,3%). Per Francesco De Biase, segretario regionale di Uilpensionati, si tratta comunque di «tanti, troppi, anziani che rinunciano a curarsi».
Passi d’Argento ha indagato anche le principali ragioni che spingono gli over 65 a rinunciare a visite o esami di cui avrebbero bisogno. Tra le causa (nel biennio 2020-2021): la paura del contagio da Covid, la sospensione del servizio a causa della pandemia, le lunghe liste d'attesa, la difficoltà per raggiungere la struttura o gli orari scomodi, e infine i costi troppo elevati.
L'appello di Uilpensionati
Di fronte alla lettura di tali dati, Uilpensionati chiede maggiore attenzione nei confronti di questa fetta di popolazione, ritenendo che sia «importante tutelare il diritto e l’accesso alle cure delle persone che avanzano con l’età, facilitarne l’accesso ai servizi sociosanitari e rendere i contesti di vita, come le abitazioni o i quartieri, sicuri e favorenti l’autonomia e la socialità».
Quindi lo sguardo rivolto alla Calabria, dove «la sanità non è riuscita a superare i problemi atavici che l’attanagliano, dove la medicina territoriale ancora non è entrata a regime, dove la legge sulla non autosufficienza è stata varata ma non sostenuta economicamente dal legislatore regionale, questi problemi sono più evidenti e queste necessità più stringenti». Per tali motivi, il sindacato si appella al presidente della Giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto, nella sua veste di commissario alla sanità, chiedendo la riapertura del tavolo di confronto sul Servizio sanitario regionale.
«Siamo convinti - conclude De Biase - che lo sviluppo di servizi sociali e sanitari moderni, efficienti e accessibili alle persone anziane, sia cruciale per rispondere ai loro bisogni e garantire quei diritti sociali e assistenziali che, troppo spesso, in Calabria sono veri e propri miraggi».