VIDEO | La 28enne di Paola avrebbe bisogno di un supporto ben più corposo di quello concesso dall'Azienda sanitaria di Cosenza da due anni a questa parte. I genitori: «Non è una questione di soldi, qui in ballo ci sono i diritti di tutti. Sara ha bisogno di pannolini ma l'Asp ne fornisce solo uno al giorno»
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Ha gli occhi lucidi papà Pino Veltri, mentre indica la confezione di pannolini che, da due anni a questa parte, è costretto ad acquistare autonomamente per andare incontro alle esigenze di sua figlia Sara, 28enne condizionata dalla nascita da una grave forma di disabilità, la quale avrebbe bisogno di un supporto ben più corposo rispetto a quello che, da due anni a questa parte, le sta riservando l’Asp di Cosenza.
Il padre della giovane donna, cercando di trattenere l’emozione ed il pudore per la circostanza, precisa che il problema non è di natura economica: «Perché ringraziando Dio - ha detto nel corso delle presentazioni - insieme alla famiglia siamo in condizione di farci carico del necessario per la nostra principessa. Però è una questione di principio, perché è inammissibile continuare ad assistere alla continua spoliazione dei diritti delle persone più fragili».
Mentre l’Azienda sanitaria provinciale bruzia impegna risorse pari a 75mila euro per dotare la direzione generale di una nuova auto di rappresentanza, Sara Veltri ha visto ridursi la dotazione di dispositivi funzionali a garantire l’igiene e il benessere fisico delle persone non autonome, nella fattispecie costituiti da pannolini che, dopo un lungo periodo nel quale le forniture sono state adeguate ai fabbisogni, si sono ridotte a causa delle carenze di un budget che, allo stato attuale, garantisce un solo assorbente al giorno quando in realtà ne servirebbero quattro.
Già provate dalle difficoltà quotidiane dovute alla propria condizione, le persone con disabilità a tutt’oggi rappresentano una delle fasce di popolazione più umiliate dai tagli alla spesa sanitaria, costrette a lottare costantemente per il riconoscimento di diritti che, troppo spesso, vengono negati in nome di spending review che però, come nel caso dell’auto di lusso comprata coi soldi dei contribuenti per scarrozzare colletti bianchi in trasferta, paiono colpire soltanto gli ultimi anelli della catena, vale a dire tutte quelle persone i cui bisogni, le ambizioni e i sogni, sono stati rimodulati al ribasso in nome dei disumani bilanci aziendali.
«Questa cosa dei pannolini, uno al giorno - è il commento amaro di mamma Stefania Perfetto - anche quando ogni 28 giorni, parlando proprio chiaramente, Sara ha regolarmente il flusso mestruale, è molto frustrante».
«Non è una questione economica - prosegue la donna - è proprio una questione di principio. Penso che lei ha diritto, come tutti gli altri che si trovano nella sua stessa situazione, Ovviamente hanno diritto a vedersi riconosciuto quello di cui hanno bisogno. Mi fa strano pensare che io devo cambiare mia figlia una volta al giorno, oppure le dovrei dire: “mi raccomando, trattieniti, perché altrimenti non c’è soluzione”».
Parlando dell’esperienza genitoriale, il tono di mamma Stefania si fa più amaro: «Penso che questa sia una delle tante cose che già purtroppo questi ragazzi affrontano. Ecco, vivono una vita abbastanza complicata, no? Proprio in generale, noi genitori, e come parlo sia di me, di mio marito ma anche di altri genitori che si trovano nella stessa situazione nostra, cerchiamo di far vivere questa vita complicata nella maniera più leggera possibile. Cioè cerchiamo di alleggerire queste situazioni e invece purtroppo ci troviamo costantemente ad avere sempre paletti».
«Anche quello di cui noi abbiamo diritto - ha concluso la donna - cioè loro hanno diritto, anche quello gli viene negato. E lì allora ti girano un pochino». Se poi si pensa alle risorse investite per un’auto aziendale o per le autombulanze di seconda mano, il giramento si fa vortice.