Il segretario generale Franco Grillo e la responsabile alle politiche sindacali per la salute Amalia Talarico invitano le aziende sanitarie e ospedaliere a riconoscere la funzione e il valore della figura professionale
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«La salute e il benessere dei cittadini calabresi passano anche attraverso l’organizzazione di servizi sanitari che tengano in debita considerazione i mutamenti in atto nella società. Cambiamenti che, oggi più che mai, richiedono alle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi di affiancare gli interventi sanitari a quelli sociali. Un’interazione e una connessione fondamentale per il benessere individuale e collettivo della persona, che - così come sancito nel nuovo CCNL 2016/2018 - non può prescindere dal ruolo e dalla funzione professionale cardine dell'assistente sociale». Questo uno dei passaggi più significatici del documento politico-sindacale della Funzione pubblica-Cgil Area Vasta Calabria, sottoscritto dal segretario generale Franco Grillo e dalla responsabile alle Politiche sindacali per la salute Amalia Talarico.
L'assistente sociale
Documento nel quale si sollecitano quindi le aziende sanitarie e ospedaliere calabresi «a riconoscere l’accesso alla dirigenza all’assistente sociale» come già avviene in altre regioni italiane. A proposito degli ultimi provvedimenti attraverso i quali alcune aziende sanitarie e ospedaliere calabresi hanno riconosciuto la dirigenza delle professioni sanitarie la Fp- Cgil Area Vasta esprime soddisfazione in quanto «tale provvedimento garantisce pari dignità rispetto alle altre figure dell’area della dirigenza. Tale trattamento - sottolineano Franco Grillo e Amalia Talarico - va però riservato a tutte le figure sanitarie e sociali». Il documento politico sindacale approfondisce poi alcuni aspetti di natura tecnico-professionale. «La professione dell’assistente sociale non è una professione sanitaria. Lo specifica la Legge 251/2000, che disciplina le professioni sanitarie infermieristiche, tecniche della riabilitazione e della prevenzione, nonché della professione ostetrica. Tale normativa non contempla e regola assolutamente la professione dell’assistente sociale, cosa che - come accennato in premessa - viene invece specificata nel nuovo CCNL 2016/2018, che istituisce l’area delle professioni socio-sanitarie, al cui interno è presente l’assistente Sociale e l’area delle professioni prettamente sanitarie. Ben distinte in ruoli e funzioni.
Rispondere ai bisogni dei cittadini
Queste “specifiche professionali” giocano un ruolo molto importante. Il sanitario deve infatti dialogare con il sociale in un continuum che ottimizzi i singoli ruoli e valorizzi le professionalità interessate. Permettendo così di rispondere ai bisogni complessi della persona. Nelle parte conclusiva del documento sindacale la Fp Cgil invita quindi le aziende sanitarie e ospedaliere calabresi a instaurare comportamenti collaborativi e propositivi. «Senza arroccamenti di sistema, al fine di evitare che tra i professionisti si instaurino comportamenti reciprocamente difensivi che non giovano né ai processi socio-sanitari né al rapporto con i cittadini. Riconoscere l’accesso alla dirigenza all’assistente sociale - mettono in risalto i dirigenti della Fp Cgil - riveste una importanza strategica per la dimensione di consulenza e supporto professionale trasversale all’azienda sanitaria. Nonché per la gestione e l’organizzazione di risorse umane, strutturali, economiche e la promozione di strategie per l’integrazione fra il sistema sanitario e sociale aziendale e il sistema socio-assistenziale. Al fine di garantire la funzionalità dell’intero sistema di governo aziendale e soprattutto la tutela dei cittadini nell’ambito di appropriati percorsi sanitari e socio-sanitari».