«L'ordinanza con la quale la governatrice Jole Santelli impone l'uso della mascherina anche all'aperto non può che essere considerata l'ennesima scelta infelice. Non siamo assolutamente irresponsabili né tantomeno negazionisti, ma non accettiamo in alcun modo che questa sia un'azione volta a tutelare effettivamente i calabresi».

È quanto affermano, in una nota congiunta, Serafino Tangari e Pietro Francesco Spadafora, rispettivamente coordinatore regionale e presidente di Italia in Comune Calabria.

 

«Partiamo, innanzitutto – proseguono Tangari e Spadafora – dal problema di fondo: una sanità commissariata grazie alle scelte di un ex governatore militante nei suoi stessi ambienti politici, che da anni affligge anche per l'ordinario sui cittadini. Ovviamente, nel corso degli anni in cui ha occupato gli scranni del Parlamento, come molti suoi ex colleghi, non ha mai colto le richieste di aiuto per uscire da questo impasse, anzi, la materia è sempre stata oggetto di attacchi politici ai suoi avversari. Nel momento in cui, in prima persona, ha toccato con mano il problema aggravato anche dall'emergenza sanitaria, il punto di vista solo apparentemente è cambiato. Dopo le iniziali partecipazioni a trasmissioni tv dove si evidenziava la carenza del nostro sistema sanitario, non si è comunque colta l'occasione per continuare a richiedere a gran voce tanto la fine del commissariamento quanto interventi strutturali. Perché, Covid o non Covid, le terapie intensive sono assolutamente in numero insufficiente, continuiamo ad avere zone della nostra regione che sono scoperte anche dei punti di primo soccorso».

«Emergenza quotidiana»

Per i vertici regionali di Italia in Comune «la governatrice dovrebbe pensare che, al di là di questa pandemia, i cittadini calabresi vivono ogni giorno in emergenza sanitaria ed è giunto il momento di affrontare con responsabilità e nel merito questo problema. Ci auguriamo che questi mesi abbiano fatto comprendere che i ruoli istituzionali e politici devono rispondere alle esigenze del cittadino e non andare alla continua ricerca dell'elemento su cui politicamente abbattersi sull'avversario».

 

«E ovviamente – concludono – i silenzi sulla sanità calabrese hanno responsabilità sia a destra che a sinistra, oltre che populiste (Decreto Calabria). Chiudiamo ponendo una domanda alla governatrice: da oggi i calabresi per difendersi indosseranno la mascherina ma domani quando tutto questo sarà finito, cosa dovranno indossare per proteggersi da un qualsiasi altro problema di salute, visto che il sistema sanitario non è capace di rispondere alle esigenze? Attendiamo risposte».