«Chiediamo ai partiti e movimenti politici, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni, al mondo religioso, agli organi di stampa e televisivi a tutte le donne e gli uomini di scienze, di cultura e del mondo imprenditoriale e a tutti i calabresi che in questi anni si sono spesi a sostegno del Centro Regionale di Neurogenetica, affinché diano forza e sostegno a questo nostro appello, ai destinatari di velocizzare l’iter, già iniziato oltre un anno fa, per trasformare il Centro in istituto di ricerca a carattere scientifico (Ircs)».


L’Associazione per la Ricerca Neurogenetica chiama alle armi, chiede la collaborazione di tutti per salvare il Centro regionale, attualmente ospitato dal Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, guidato dalla scienziata Amalia Bruni da quel lento declino che lo ha portato a perdere attività e ricercatori e ad essere ridotto ad un mero laboratorio. Un declassamento che va avanti da anni quello della struttura, nonostante i numeri parlassero chiaro in merito alla sua ampia fetta di utenza, proveniente da tutta la Calabria e non solo. Ci sono poi i risultati della ricerca scientifica, la banca dati frutto di anni e anni di lavoro clinico. Un centro di spessore, un'altra Calabria, che ora sta morendo.


«Il comitato dei familiari dei pazienti affetti da demenza e patologie neurodegenerative, lanciano un accorato appello al ministro della Salute on. Roberto Speranza, al Commissario alla Sanità della Regione Calabria Guido Longo, al Presidente f.f. della Regione Calabria Antonino Spirlì affinché si prodighino al massimo per trovare una soluzione definitiva. In questi 25 anni – si legge in una nota a firma del presidente Antonio Laganà - il Crn è diventato un punto di riferimento regionale, nazionale ed internazionale testimoniato da una lunga e imponente serie di pubblicazioni, dalle numerose collaborazioni con scienziati di tutto il mondo e dagli oltre 13mila persone prese in carico e provenienti da ogni parte d’Italia».

Il modello di studio


«Il modello di studio, complesso e combinato (studio clinico, ricostruzione genealogica delle famiglie e popolazioni attraverso gli atti e i documenti, studio genetico molecolare) ha portato il Centro, proprio perché inserito in un contesto storico e geografico particolare, a sviluppare avanzamenti importantissimi non solo per la Regione Calabria ma per la collettività scientifica tutta. Va sottolineato – afferma l’associazione - che il luogo dove questa tipologia di ricerca si svolge non è un fatto irrilevante e la metodologia non è facilmente trasferibile: la Calabria è, infatti, un vero e proprio isolato genetico e l’elevata numerosità di malattie, rare in altri contesti, è ricchezza straordinaria per la ricerca in generale; le metodologie particolari (storico-archiviste, cliniche e di genetica di popolazione) proprio qui in Calabria hanno avuto una importantissima valorizzazione e sono state possibili grazie al grande patrimonio storico-archivistico esistente».


«L’elenco dei risultati scientifici raggiunti dal Crn è molto lungo ma non si ferma a questo. Insieme all’Arn è sempre stato attento, con tutti i suoi collaboratori, allo sviluppo culturale della Calabria facendosi promotore di iniziative con lo scopo di portare avanti l’idea che in questa nostra Regione si possono realizzare cose molto importanti. Ora tutto questo sta scemando nel nulla. Riscontriamo assenza di interlocutori e una totale assenza di idee. In questi anni abbiamo ricevuto continue dichiarazioni di presa d’atto del problema ma nessuna azione concreta che portasse al superamento dello stato di stallo in cui si trova il Centro».

L'arrivo di nuovi farmaci


«Soprattutto ora, nell’ imminenza della comparsa sul mercato di farmaci in grado di modificare il decorso della Malattia di Alzheimer, la mancanza di stabilizzazione e prospettive concrete per il Centro rischia di produrre ulteriori gravissimi danni con il risultato “ennesimo” di un’ulteriore emigrazione sanitaria. Per questi motivi e per i nostri amici “smemorati” (giovani e anziani), per le famiglie in cui la malattia è genetica e per quelle in cui le patologie non hanno ancora un nome e tanto meno una causa identificata, per tutte quelle persone fragili e sole che non possono cercare assistenza in altre parti d’Italia, per le oltre 6.200 persone che hanno firmato la petizione “Salviamo il Centro Regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme” sulla piattaforma change.org, chiediamo ai partiti e movimenti politici, alle organizzazioni sindacali alle associazioni, al mondo religioso, agli organi di stampa e televisivi a tutte le donne e gli uomini di scienze, di cultura e del mondo imprenditoriale e a tutti i calabresi che in questi anni si sono spesi a sostegno del Crn affinché diano forza e sostegno a questo nostro appello, chiediamo ai destinatari di velocizzare l’iter, già iniziato oltre un anno fa, per trasformare il Centro in Istituto di Ricerca a Carattere Scientifico (Ircs)».