«La replica dell’avv. Crisci mette una pezza peggio del buco. Infatti, attraverso la lettera del legale, il direttore Graziano, assai goffamente, dice: non sono stato io, ma è stato Pasquale”». Così Carlo Guccione, della direzione nazionale del Pd in merito alla replica inviata dallo studio legale Crisci per conto della direzione generale dell'Asp di Cosenza. La nota in replica al nostro articolo sul riconoscimento alla Bff Bank di interessi per oltre tre milioni di euro, sulla base di un documento fittizio, tirava in ballo anche l'ex consigliere regionale del Pd che aveva appunto denunciato la circostanza legata ad una transazione effettuata nel 2017.

«Questa è la farsesca presa di posizione dell’attuale direttore generale dell’Asp di Cosenza - scrive Guccione - il quale nel merito della transazione non ha minimamente smentito l’esistenza del documento fittizio, anzi ne ha ammesso l’esistenza, affermando, testualmente: “… a tale deliberazione è riferito sia il pagamento di 3 milioni di euro che il documento fittizio creato ad hoc…”. Altro che fischi per fiaschi! Qui, per manifesta ammissione dello stesso Graziano, sono stati dilapidati 3 milioni di euro, i cui effetti contabili si sono, maledettamente, riverberati, addirittura, nel bilancio 2022».

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«Dottore Graziano - continua Guccione - è inutile menar il can per l’aia. La transazione del 2017 è una pagina assai fosca e inquietante. Così come è altrettanto inquietante la transazione adottata, nel mese di dicembre 2023, con delibera, questa volta non più a firma di Pasquale, ma a firma, proprio del dott. Graziano. Con la delibera n. 2807 del 21 dicembre 2023, il dott. Graziano liquida in favore della BFF Bank somme, rispetto alle quali nutre l’intimo dubbio che potrebbero non essere dovute. Infatti, costui scrive in delibera: “eventuali somme corrisposte…. e non risultanti dovute, saranno oggetto di restituzione”. Roba da far accapponare la pelle. Cioè Graziano ha generosamente elargito alla BFF Bank denaro pubblico, senza la certezza che quel denaro fosse effettivamente dovuto. Alla faccia della correttezza, probità e legalità amministrativa».

«Il denaro pubblico - conclude l'esponente dem - è un bene sacro, con il quale a nessuno è consentito fare il gioco delle tre carte! Ed è, perfettamente, inutile, arrampicarsi, pateticamente, sugli specchi, nel penoso tentativo di gettare fumo negli occhi. I fatti sono chiari e altrettanto chiare sono le responsabilità. E nessuno si illuda che i cosentini e i calabresi abbiano gli anelli al naso. Le pacchiane mistificazioni, anche se argomentate con suggestivi bizantinismi giuridici, non incantano più nessuno. Graziano renda conto al tavolo interministeriale. E non perda tempo in difese sterili e puerili».