VIDEO | La riforma potrebbe incrinare definitivamente l’unità del Servizio sanitario nazionale, creando incolmabili disuguaglianze tra regioni ricche e quelle povere
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L’idea di un’autonomia differenziata, specialmente nel settore sanitario, rappresenta una minaccia significativa per la Calabria. Questo, in soldoni, il pensiero di Rubens Curia, portavoce regionale di Comunità Competente, che ai nostri microfoni ha espresso forti preoccupazioni riguardo a questo tema, delineando i possibili scenari futuri e le criticità insite in questo modello.
«L’autonomia differenziata, per quanto riguarda la sanità, è una tragedia». È lapidario Curia, ma con tono preoccupato. E le ragioni che spingono il già direttore dell’Asp vibonese a questa preoccupazione sono molteplici. L’autonomia differenziata, infatti, rischia di incrinare definitivamente l’unità del Servizio Sanitario Nazionale, creando incolmabili disuguaglianze tra regioni ricche e regioni povere. Un’Italia di Serie A ed una di Serie B, che già vede troppi ammalati partire verso il nord alla ricerca di cure migliori.
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L’esodo di medici e pazienti
In un prossimo futuro, se la legge sull’autonomia differenziata rimarrà tale, sarà sempre più una consuetudine per i malati del sud andare a curarsi al nord trovando spesso e volentieri un accento nostrano nei medici ed infermieri interlocutori. Sì, perché uno dei fenomeni che si paventa come possibile non è solo l’esodo dei pazienti, ma anche la fuga dei medici al Nord. Continua a leggere su IlReggino.it