La corsa confusa agli acquisti per non perdere i quattrini sulla base dei consigli di una serie di consulenti esterni. La denuncia di Carlo Guccione (Pd): «Macchinari comprati senza consultare i primari, la task force non ha pensato agli accessori»
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Hanno comperato un’autoambulanza da 120mila euro. Adesso è parcheggiata da qualche parte perché nella pianta organica dell’azienda ospedaliera non c’è nemmeno un autista abilitato a guidarla. Ancora. Hanno acquistato un tavolo operatorio bariatrico ma senza gli accessori bariatrici. Si è proceduto all’acquisto di sistemi informatici per il blocco operatorio senza però la preventiva verifica della compatibilità con i sistemi informatici già esistenti. E potremmo proseguire, ad esempio con l’acquisto di defibrillatori senza le placche monouso di ricambio.
È l’ultima incredibile storia della nostra disastrata sanità che ha scovato Carlo Guccione, componente della direzione nazionale del Pd. L’ex consigliere regionale si è preso la briga di analizzare tutti gli acquisti effettuati dall’azienda ospedaliera di Cosenza con i fondi Por assegnati dalla Regione Calabria per il Covid 19 e finalizzati a rendere strutturale l’immediata conversione di percorsi terapeutici dedicati nell’emergenza del rischio pandemico. Grazie a questi fondi è stata sborsata dai contribuenti una cifra vicina ai 9 milioni di euro. Ma gran parte del materiale acquistato, oggi o è ancora imballato in qualche magazzino dell’azienda ospedaliera dell’Annunziata o è stato montato ma è inutilizzabile per l’assenza dei necessari accessori.
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Tutto nasce dall’impellenza di spendere i fondi Covid 19 entro la data fissata del 31 dicembre 2023, il rischio in alternativa era di perdere quei quattrini. La cosa incredibile, racconta Guccione, è che di solito nell’azienda ospedaliera questo tipo di acquisti vengono coordinati dall’unità operativa di Ingegneria clinica che ha tutte le competenze necessarie per farlo. Stranamente, però, il commissario straordinario dell’azienda, Vitaliano De Salazar, con la deliberazione numero 393 del 2023 decide di istituire una sorta di task force che si potesse occupare della vicenda.
«Da quello che so - dice Guccione - il team era composto dal dirigente dell’Economato in qualità di responsabile del procedimento, poi da un ingegnere dell’ufficio tecnico ed infine da un collaboratore tecnico programmatore che pare abbia un diploma di istituto Magistrale. A stabilire invece cosa acquistare sarebbero stati invece una serie di consulenti esterni all’azienda. La cosa più grave è che tutti questi acquisti sono avvenuti senza consultare i primari, senza chiedere loro cosa davvero servisse ai reparti». Da qui il disastro che abbiamo rapidamente descritto. Così quando è iniziata la consegna delle apparecchiature, sono sorti i problemi evidentemente legati alla mancata conoscenza del funzionamento delle attrezzature. Per continuare con gli esempi che cita lo stesso Guccione spulciando le delibere, sono stati acquistati anche ecografi senza sonde o emogasanalizzatori senza kit di reagenti. Ancora la frigo emoteca intelligente è un distributore automatico di sacche di sangue. Senza le sacche come può funzionare?».
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«Ritengo che questa vicenda sia gravissima e provi ancora una volta quanto sto sostenendo da tempo. Il problema della sanità calabrese non è certo la scarsità di risorse, di soldi forse ce ne sono fin troppi. Il punto è come vengono spesi. A questo punto mi chiedo se il Presidente/commissario Roberto Occhiuto, che molto si sta spendendo per invertire la rotta della nostra sanità a colpi di video e TikTok, sia al corrente di quanto sta accadendo nell’ospedale della sua città e che tipo di provvedimenti intende adottare. Ad esempio confermerà De Salazar nel suo ruolo?».
Chiudiamo con l’ultima chicca. Nei corridoi dell’ospedale gira voce che il gruppo che si è occupato di questa vicenda sia stato lodato per aver speso le risorse a disposizione nei tempi dettati dalla Regione Calabria. E’ la burocrazia bellezza.